Gli attivisti per il clima di Ultima Generazione sono stati condannati per aver imbrattato la facciata del Senato italiano con della vernice lavabile. La sentenza, emessa dal giudice Monocratico di Roma, ha stabilito una condanna a 8 mesi per due ragazzi e una giovane di poco più di 20 anni.
Il pubblico ministero Mario Pesci aveva richiesto una pena di 1 anno di reclusione, con pena sospesa a condizione del ripristino dei luoghi e del risarcimento del danno. Il reato contestato era il danneggiamento aggravato. Secondo il PM, il fatto che gli attivisti abbiano scelto di imbrattare il Senato, un palazzo storico risalente al 1400, anziché il “Serpentone” di Corviale, dimostra un elemento di dolo che deve essere preso in considerazione. Inoltre, l’atto commesso con violenza ha causato danni considerevoli, con l’ingresso del Senato bloccato per 30 minuti e decine di migliaia di euro spesi per il ripristino. Il PM ha sottolineato che non è stato trovato alcun elemento a discarico degli imputati e che non ci sono le condizioni per applicare le attenuanti generiche, in quanto non vi è stato alcun ravvedimento da parte degli attivisti.
Il Senato, il Ministero della Cultura e il Comune di Roma, che si sono costituiti parte civile nel processo, hanno chiesto un risarcimento danni totale di 190 mila euro. Tuttavia, il giudice ha deciso di accordare solo una provvisionale di 60 mila euro. Prima del processo, si è tenuto un piccolo sit-in fuori da piazzale Clodio a sostegno dei ragazzi.
Gli imputati sono stati accolti da un applauso dagli attivisti che li attendevano fuori dal tribunale. Secondo l’avvocato Cesare Antetomaso, difensore degli attivisti di Ultima Generazione, si tratta di cittadini che hanno agito per la tutela dell’ambiente, come prescrive la Costituzione. L’avvocato sostiene che l’accesso al Senato non sia mai stato inibito e che il materiale usato per imbrattare la facciata fosse stato scelto appositamente per non arrecare danni. L’avvocato ha annunciato l’intenzione di presentare appello contro la sentenza.
L’azione degli attivisti di Ultima Generazione ha suscitato un dibattito sulla legittimità delle azioni di protesta per la tutela dell’ambiente. Mentre alcuni sostengono che sia necessario utilizzare mezzi più forti per attirare l’attenzione sul cambiamento climatico, altri ritengono che si debba rispettare la legge e adottare metodi pacifici per promuovere la causa ambientale.
Questa condanna potrebbe avere conseguenze significative per il movimento degli attivisti per il clima, poiché potrebbe influenzare le strategie future e la percezione pubblica delle loro azioni. Sarà interessante vedere come si svilupperà la questione e se gli attivisti di Ultima Generazione riusciranno a ottenere un risultato diverso in appello.