L’arte del cucito di Antonia Murgolo: Un legame tra tradizione e futuro

Nel pittoresco borgo di Forenza, nel cuore del Potentino, l’arte del cucito di Antonia Murgolo è diventata protagonista. Rappresentante pugliese della Corporazione delle Arti, Antonia ha portato avanti questa antica tradizione che si sta perdendo sempre di più. Nel suo laboratorio di Modugno, insieme a Mariella Desario, Carmela Veneto e Orsola Murgolo, Antonia ha lavorato duramente per recuperare le tecniche di ricamo e cucito che rischiano di scomparire.

Ma cosa rende così speciale l’arte del cucito di Antonia? Innanzitutto, Antonia ha portato alla luce un tesoro nascosto: uno stendardo del Seicento proveniente dalla chiesa del Santissimo Sacramento di Modugno. Questo stendardo, ricamato con una tecnica giapponese, ha sorpreso tutti, dimostrando che anche in Puglia si conoscevano tecniche così raffinate. Antonia ha sottolineato l’importanza di preservare questo patrimonio e ha espresso il desiderio di insegnare ai giovani tutto ciò che ha imparato.

Ma qual è la storia di Antonia Murgolo e come è diventata un’appassionata di cucito? Cresciuta a Bitonto, alle porte del capoluogo pugliese, Antonia ha sempre amato l’arte del ricamo e dell’uncinetto sin da bambina. Ora, dopo aver studiato da autodidatta le tecniche perdute di ricamo e cucito, Antonia ha trasformato questa passione in un lavoro. Il suo sogno è quello di recuperare manufatti che rischiano di andare perduti, insieme a tecniche, tessuti e sete preziose presenti soprattutto in paramenti sacri e abiti reali.

Ma l’arte del cucito non è solo un lavoro per Antonia, è anche una missione. Per lei, il cucito rappresenta un modo per ridare valore e dignità alle donne. Antonia vuole sfatare il cliché che vede il cucito come un’arte relegata alle donne dietro le finestre dei palazzi nobili. Per Antonia, il cucito è un’arte che richiede fatica e dedizione, ma che allo stesso tempo ridà fiducia e indipendenza a chi la pratica. Immaginate se i giovani ricominciassero a interessarsi a questa antica arte? Sarebbe meraviglioso.

E c’è una grande opportunità per Antonia e il suo team di far conoscere al mondo l’arte del cucito. Nel febbraio 2024, le loro creazioni voleranno a Torino per essere esposte. Tra gli abiti, le camicie e le giacche realizzate con il tombolo e il filet modano, ci saranno anche gioielli in chiacchierino, un pizzo risalente all’epoca Vittoriana, impreziositi da filati pregiati e pietre. Antonia è speranzosa che questa mostra possa contribuire a far rivivere l’arte del cucito, superando i confini geografici e temporali.

In conclusione, l’arte del cucito di Antonia Murgolo rappresenta un legame tra tradizione e futuro. Grazie al suo impegno nel recuperare le tecniche perdute e nel trasmettere questa conoscenza ai giovani, Antonia sta preservando un patrimonio prezioso. L’arte del cucito non deve morire, ma deve continuare a vivere e a ispirare le future generazioni.

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