L’Italia si classifica al primo posto come il paese europeo con la peggiore mobilità urbana su rotaia. Questo è quanto emerge dal report “Pendolaria – Speciale aree urbane” di Legambiente, che evidenzia i ritardi dell’Italia in termini di infrastrutture di trasporto pubblico su ferro, in particolare metropolitane, tranvie e ferrovie suburbane.

Rispetto a Regno Unito, Germania e Spagna, l’Italia si piazza ultima, con una lunghezza totale delle linee di metropolitane inferiore a 256 km, molto lontana dai valori degli altri paesi. Anche per quanto riguarda le tranvie e le ferrovie suburbane, l’Italia presenta cifre molto inferiori rispetto ai suoi vicini europei.

Un esempio emblematico di questa situazione è Roma, che risulta essere tra le città europee peggiori in termini di dotazioni di binari e metro. La Capitale ha solo 1,43 km di metro ogni 100mila abitanti, lontana da altre capitali come Londra, Madrid e Berlino.

Un altro dato interessante è che l’Italia è la nazione più legata all’utilizzo dell’auto. Con 666 auto ogni mille abitanti, l’Italia ha uno dei parchi auto più grandi d’Europa, superando la media di Francia, Germania e Spagna del 30%.

Questo immobilismo delle città italiane ha delle conseguenze negative, sia in termini di inquinamento che di fragilità urbana. Le città italiane sono sempre più vulnerabili a causa della crisi climatica e della mancanza di investimenti nel settore dei trasporti.

Purtroppo, la situazione sembra destinata a peggiorare, poiché l’ultima legge di bilancio non prevede fondi per il trasporto rapido di massa e la mobilità dolce. Questo è un segnale preoccupante, considerando che gli altri paesi europei stanno investendo sempre di più nelle infrastrutture di trasporto pubblico su rotaia.

Legambiente chiede al Governo Meloni di dare avvio a politiche per la rigenerazione urbana, con un focus sul potenziamento del trasporto su ferro, il miglioramento delle linee esistenti, la promozione della sharing mobility e della mobilità elettrica. È anche importante adattare le infrastrutture agli eventi meteorologici estremi, in modo da rendere le strade, le piazze e gli spazi pubblici accessibili alle persone anziché alle auto.

Secondo Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, è necessario uno sforzo aggiuntivo sulle risorse economiche fino al 2030 per realizzare nuove linee metropolitane, tranvie e linee suburbane. Questo richiederebbe un investimento di 1,5 miliardi di euro all’anno, che potrebbe essere recuperato dalle infrastrutture autostradali e stradali previste. Inoltre, sarebbe importante rifinanziare i fondi per il trasporto rapido di massa e la ciclabilità, evitando di sprecare risorse per progetti faraonici come il Ponte sullo Stretto di Messina.

In conclusione, è urgente che l’Italia investa di più nelle infrastrutture di trasporto pubblico su rotaia, al fine di migliorare la mobilità urbana, ridurre l’inquinamento e rendere le città più sostenibili. Solo così l’Italia potrà recuperare il ritardo rispetto agli altri paesi europei e ottenere importanti benefici ambientali ed economici.

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