Il 8 marzo si è tenuto il corteo “Non una di meno” organizzato dall’associazione omonima, che ha visto la partecipazione di migliaia di persone in marcia per manifestare contro la “violenza patriarcale”. L’obiettivo della manifestazione era anche quello di criticare la politica del governo in campo internazionale e di rivendicare i diritti del lavoro e della casa.
Il corteo è partito dal Circo Massimo e ha visto la presenza di diverse migliaia di persone che hanno aderito all’invito dell’associazione trans femminista. Durante la marcia, sono state sventolate molte bandiere palestinesi, a simboleggiare la solidarietà con le donne palestinesi che combattono contro l’occupazione e l’apartheid.
Una delle attiviste che ha aperto la marcia ha urlato dal camion che “Scioperiamo contro il genocidio in Palestina e chiediamo l’immediato cessate il fuoco su Gaza. Chiediamo la fine dell’occupazione e del sistema di apartheid e dell’occupazione coloniale in Palestina”. È evidente come la manifestazione sia stata una forma di protesta non solo contro la violenza patriarcale, ma anche contro le ingiustizie a livello internazionale.
L’attivista ha poi criticato la politica economica del governo, che favorisce i contratti precari e smantella il welfare, aumentando il lavoro gratuito a carico delle donne e dei precari. Ha anche sottolineato l’opposizione alle politiche sessiste e razziste del governo, che discriminano le famiglie arcobaleno e ostacolano l’autodeterminazione delle persone e degli adolescenti trans.
Durante tutta la marcia, le canzoni di Loredana Bertè sono state la colonna sonora che ha accompagnato i manifestanti. Dai suoi successi più recenti come ‘Pazza’ fino ai classici come ‘Non sono una signora’, le canzoni della signora della musica italiana hanno dato ritmo e energia alla manifestazione.
Il corteo “Non una di meno” è stato un’importante occasione per dare voce alle istanze delle donne e delle persone trans, che lottano per l’uguaglianza di genere, contro la violenza patriarcale e per i diritti fondamentali. La partecipazione di migliaia di persone dimostra l’importanza e l’urgenza di affrontare questi temi e di promuovere una società più inclusiva e giusta per tutti.