Scoperta la galassia più antica mai osservata, eppure priva di nuove stelle. Questo incredibile ritrovamento potrebbe cambiare radicalmente le nostre conoscenze sull’universo primordiale. Il merito di questa scoperta va al telescopio spaziale James Webb, che ha analizzato la tenue luce proveniente da questa galassia ‘spenta’. I dati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature e sono stati analizzati da un gruppo di ricerca internazionale guidato da Tobias Looser, dell’Istituto Kavli dell’Università di Cambridge, a cui fa parte anche lo scienziato italiano Stefano Carniani della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Secondo Looser, i primi centinaia di milioni di anni dell’universo furono caratterizzati da un’intensa attività, con numerose nubi di gas che collassavano per formare nuove stelle. Le galassie avevano bisogno di una grande quantità di gas per poter generare nuove stelle e nell’universo primordiale sembrava che questo gas fosse disponibile in abbondanza. Tuttavia, secondo i dati del telescopio Webb, l’antica galassia avrebbe avuto una vita molto breve e intensa, con la formazione stellare che si sarebbe arrestata molto rapidamente.

Le osservazioni indicano che la galassia avrebbe generato stelle per un periodo compreso tra 30 e 90 milioni di anni, ma improvvisamente, tra 10 e 20 milioni di anni prima del momento in cui è stata osservata, la formazione stellare si sarebbe fermata. Questo fenomeno potrebbe essere causato da diversi fattori, ma sembra che la presenza di un grande buco nero che attira a sé il gas interstellare sia la spiegazione più plausibile. Questo buco nero eliminerebbe la materia prima necessaria per creare nuove stelle. È interessante notare che solitamente questo tipo di evento si verifica in epoche più recenti, mentre la galassia appena scoperta è estremamente antica, nata solo 700 milioni di anni dopo il Big Bang.

“Non siamo sicuri che i modelli conosciuti possano spiegare ciò che abbiamo osservato con il telescopio Webb”, ha dichiarato Roberto Maiolino dell’Istituto Kavli, coautore dello studio. “Finora, per comprendere l’universo primordiale, ci siamo basati su modelli derivati dall’universo moderno. Ma ora che possiamo osservare molto più indietro nel tempo e vedere che la formazione stellare si è estinta così rapidamente in questa galassia, potrebbe essere necessario rivedere completamente i nostri modelli”.

Questa scoperta apre nuovi orizzonti nella nostra comprensione dell’universo primordiale e mette in discussione molte delle nostre teorie attuali. I ricercatori dovranno ora ripensare i loro modelli e cercare una spiegazione adeguata per questo strano comportamento della galassia. Siamo solo all’inizio di un cammino che ci porterà a scoprire sempre più dettagli sulla storia dell’universo e sulla formazione delle galassie. Grazie al telescopio James Webb e all’impegno dei ricercatori, stiamo compiendo passi da gigante verso una comprensione più profonda del nostro posto nell’universo.

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