La Corte costituzionale ha emesso una sentenza importante riguardo all’archiviazione per prescrizione di un reato. Secondo la Corte, un provvedimento di archiviazione che esprime giudizi sulla colpevolezza della persona indagata viola i suoi diritti costituzionali di difesa, contraddittorio e presunzione di non colpevolezza.
La questione è stata sollevata da un tribunale di Lecce, che aveva chiesto alla Corte di introdurre un obbligo per il pubblico ministero di avvisare preventivamente la persona sottoposta alle indagini dell’eventuale richiesta di archiviazione per prescrizione, in modo da consentirle di rinunciare alla prescrizione e ottenere una pronuncia che riconosca la sua innocenza.
La Corte ha respinto la richiesta del tribunale, sostenendo che il diritto di rinunciare alla prescrizione non deve necessariamente essere riconosciuto a chi è solo sottoposto a indagini preliminari senza che l’ipotesi di reato sia stata fatta propria dal pubblico ministero.
Tuttavia, la Corte ha sottolineato che durante le indagini preliminari l’interessato ha a disposizione i mezzi ordinari per difendere la sua reputazione, come denunciare per calunnia o diffamazione e intraprendere azioni di risarcimento del danno. Inoltre, ha dichiarato che tutti gli elementi raccolti durante le indagini e inclusi nel provvedimento di archiviazione devono essere rivalutati in eventuali procedimenti successivi, per garantire all’interessato ampie possibilità di contraddittorio.
La Corte ha anche evidenziato che il caso specifico affrontato dal tribunale di Lecce rappresenta una situazione in cui il provvedimento di archiviazione per prescrizione ha presentato la persona indagata come colpevole senza darle la possibilità di difendersi dalle accuse. Secondo la Corte, sia l’iscrizione nel registro degli indagati che il provvedimento di archiviazione sono considerati neutrali e non dovrebbero influire negativamente sulla reputazione dell’interessato.
Tuttavia, se il provvedimento di archiviazione esprime giudizi sulla colpevolezza dell’imputato, viene considerato indebito. La Corte ha sottolineato che tali provvedimenti possono causare gravi pregiudizi alla reputazione e alla vita privata, familiare, sociale e professionale delle persone coinvolte. Inoltre, potrebbero comportare responsabilità civile e disciplinare per il magistrato che ha richiesto o emesso il provvedimento.
In conclusione, la Corte ha sostenuto che è necessario assicurare all’interessato la possibilità di un ricorso effettivo contro i provvedimenti di archiviazione per prescrizione che inseriscono indebitamente il contenuto tipico di una sentenza di condanna, senza che l’indagato abbia avuto la possibilità di esercitare il proprio diritto al contraddittorio rispetto agli elementi raccolti dal pubblico ministero.
Questa sentenza della Corte costituzionale pone l’accento sull’importanza di garantire i diritti costituzionali di difesa e presunzione di non colpevolezza anche nelle fasi preliminari delle indagini. È fondamentale che le persone coinvolte abbiano l’opportunità di difendersi dalle accuse e di dimostrare la propria innocenza, anche quando viene considerata l’archiviazione per prescrizione.