Aumento preoccupante dei suicidi nelle carceri italiane: una tragedia che richiede azioni immediate

Negli ultimi anni, il numero dei suicidi nelle carceri italiane è in costante aumento. Secondo l’associazione Antigone, solo nelle ultime ore sono stati registrati ben tre casi, avvenuti nel carcere di Pavia, Teramo e Secondigliano. Questi tragici eventi mettono in luce il fallimento delle istituzioni nel garantire la sicurezza e il benessere dei detenuti.

Il primo caso riguarda il trapper Jordan Jeffrey Baby, avvenuto nel carcere di Pavia. Nonostante si attendano ancora conferme ufficiali, questa notizia ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Pochi ore dopo, nel carcere di Teramo, un giovane di venti anni si è tolto la vita nel giorno del suo compleanno. Ancora nello stesso giorno, una persona di 33 anni si è suicidata nel carcere di Secondigliano. Questi tre episodi portano il totale dei suicidi nelle carceri italiane nel 2024 a 23, pari a uno ogni tre giorni.

Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, ha dichiarato che “tre detenuti che si suicidano in un giorno segnano il fallimento delle istituzioni”. Questa tragedia dovrebbe far riflettere e spingere le autorità a prendere azioni immediate per contrastare questo grave problema. Gonnella sottolinea l’importanza di fermare il dibattito sul ddl sicurezza e approvare invece norme che promuovano l’umanità e il rispetto dei diritti umani.

Secondo Gonnella, è necessario ridurre drasticamente il sovraffollamento delle carceri italiane. Il ddl sulla sicurezza attualmente in discussione, invece, sembra andare in direzione opposta, potenzialmente aumentando ancora di più il numero di detenuti e le sofferenze all’interno delle carceri. Gonnella ribadisce che le misure richieste da tempo non sono mai state approvate e che è fondamentale garantire ai detenuti la possibilità di contattare i propri cari quotidianamente, anziché una volta alla settimana. Secondo lui, una semplice telefonata potrebbe fare la differenza, soprattutto durante momenti di profonda depressione.

Per questo motivo, Antigone chiede al Governo e al Parlamento di aprire una discussione pubblica sul tema carceri. Gonnella invita tutti i parlamentari a visitare le sezioni più affollate e quelle dove le condizioni di vita sono peggiori, come il settimo reparto di Regina Coeli. Inoltre, lancia un allarme sul nuovo reato di rivolta penitenziaria previsto nel ddl sicurezza, che punisce persino la resistenza passiva dei detenuti con lunghe pene detentive. Questa criminalizzazione della disobbedienza nonviolenta potrebbe portare a un aumento degli atti di autolesionismo, dei tentativi di suicidio e dei suicidi stessi.

Antigone auspica che il provvedimento venga ritirato al più presto e che si adottino norme che mirino alla modernizzazione, all’umanizzazione e alla deflazione delle carceri italiane. L’associazione si dichiara pronta a discutere con chiunque sia disposto ad ascoltare il loro parere e le loro proposte per affrontare questa grave crisi.

In conclusione, l’aumento dei suicidi nelle carceri italiane è un problema serio che richiede una risposta urgente da parte delle istituzioni. È necessario agire immediatamente per garantire la sicurezza e il benessere dei detenuti, riducendo il sovraffollamento carcerario e promuovendo politiche di umanità. Solo attraverso un impegno concreto e una riflessione profonda su questo tema sarà possibile invertire questa tendenza tragica e offrire una speranza di recupero e reinserimento sociale per i detenuti.

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