La lotta ai tumori in Italia sta affrontando una sfida importante: la mancanza di finanziamenti e personale. Secondo l’Annuario dei Centri di Ricerca Oncologica in Italia, promosso dalla Federation of Italian Cooperative Oncology Groups (Ficog) e dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), sono stati censiti 183 centri che conducono ricerche cliniche in oncologia nel nostro Paese, un aumento del 23% rispetto all’anno precedente. La maggioranza di questi centri si trova al Nord (90), seguiti dal Centro (44) e dal Sud (49).

Tuttavia, nonostante il numero crescente di centri di ricerca, il problema principale rimane la mancanza di risorse e personale qualificato. Il 68% dei centri (124) non ha un bioinformatico e il 49% (89) non ha un supporto statistico. È necessario quindi creare figure professionali indispensabili come i coordinatori di ricerca clinica, gli infermieri di ricerca e i biostatistici. Inoltre, la digitalizzazione delle attività di ricerca è ancora scarsa: solo il 43% dei centri utilizza un sistema di elaborazione dei dati e solo il 37% ha una cartella clinica elettronica.

Secondo Evaristo Maiello, presidente Ficog, c’è una netta riduzione dello spazio per la ricerca indipendente in Italia. Gli studi clinici non sponsorizzati dall’industria farmaceutica sono passati dal 22,6% al 15% del totale, una diminuzione preoccupante che rischia di impoverire il sistema della ricerca no profit.

La ricerca oncologica in Italia ha un potenziale significativo, con studi all’avanguardia, ma sono necessari più finanziamenti pubblici. Francesco Perrone, presidente Aiom, sottolinea inoltre la necessità di una solida infrastruttura digitale e di protocolli adattativi per i trial clinici, che si aggiornino con l’evoluzione delle pratiche diagnostiche e terapeutiche.

Un altro aspetto importante riguarda il coinvolgimento delle associazioni dei pazienti. Elisabetta Iannelli, Segretario Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), afferma che le associazioni dei pazienti possono fornire un valore aggiunto alla promozione e realizzazione degli studi clinici, raccogliendo dati direttamente dai pazienti per comprendere meglio le loro esigenze.

Nonostante le sfide, la ricerca e la prevenzione hanno portato a risultati significativi in Italia. Il 60% dei pazienti oncologici è vivo a cinque anni dalla diagnosi e un milione di persone può essere considerato guarito. Questo dovrebbe incoraggiare gli investimenti nella ricerca scientifica per garantire accesso a terapie innovative e sicure per i pazienti.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, sottolinea l’importanza dei Decreti sui Comitati Etici e del Piano Oncologico Nazionale nel sostenere la ricerca e la lotta contro il cancro. Il ministero della Salute continua a finanziare la ricerca e gli investimenti nel settore, anche con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

In conclusione, la lotta ai tumori in Italia richiede un maggiore sostegno finanziario e un potenziamento delle infrastrutture di ricerca. È necessario investire nella formazione di personale qualificato e nella digitalizzazione delle attività di ricerca per affrontare le sfide future legate alla pandemia da Covid-19 e alla crescente incidenza dei tumori.

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