Neri Marcorè, il famoso attore italiano, ha fatto il suo debutto alla regia con il film “Zamora”, un’opera che egli stesso afferma riflettere la sua identità. Il film, tratto dal libro omonimo di Roberto Perrone, racconta le avventure di Walter Vismara, un trentenne ragioniere di Vigevano che si trova catapultato nella moderna Milano degli anni Sessanta.

Marcorè ha dichiarato che “Zamora” è un film che lo rappresenta in tutto e per tutto, sia nei lati positivi che negativi. Il regista ha trovato molti elementi personali nella storia, tanto da affermare che l’opera contiene tanta “roba sua”. Inoltre, Marcorè ha svelato che c’era già stato un progetto in cui si parlava di lui come protagonista, ma alla fine ha deciso di assumere lui stesso il ruolo di regista.

Il protagonista del film, Walter, lavora come contabile in una fabbrichetta di Vigevano, ma si ritrova a dover affrontare nuove sfide quando viene trasferito in un’azienda a Milano. Qui incontra il suo eccentrico capo, il cavalier Tosetto, interpretato da Giovanni Storti. Walter si adatta rapidamente al suo nuovo lavoro, ma deve fare i conti con le strane passioni calcistiche del suo capo, che organizza sfide settimanali “scapoli contro ammogliati”. Non amando il calcio, Walter si ritrova a fare il portiere, ma si rivela essere completamente imbranato e diventa oggetto di scherno da parte dei suoi colleghi.

Tuttavia, quando Walter si innamora della sua segretaria Ada, interpretata da Marta Gastini, decide di riscattarsi. Chiede aiuto a un ex portiere interpretato dallo stesso Marcorè, che ormai è caduto in disgrazia. Il protagonista si sottopone a lezioni per diventare il campione che non è mai stato. Marcorè ha dichiarato che questa storia rispecchia alcuni aspetti della sua adolescenza, come la timidezza e l’insicurezza. Inoltre, ha sottolineato che i personaggi femminili nel film sono tutti indipendenti e moderni, fornendo un contrasto con i personaggi maschili.

Marcorè ha svelato che il calcio nel film è solo un pretesto per far avanzare la storia. Ha affermato che il calcio rappresenta il lato maschile che Walter rifiuta, proprio come rifiuta suo padre. Il regista ha anche espresso la sua nostalgia per gli anni Sessanta, un’epoca in cui c’era ancora innocenza e gioventù. Tuttavia, ha sottolineato che anche oggi ci sono cose meravigliose che non esistevano allora.

Marcorè ha rivelato di essere stato influenzato dal regista Pupi Avati, ma ha anche menzionato altri registi che hanno avuto un impatto sulla sua opera. Nonostante il successo del suo primo film da regista, Marcorè ha affermato di voler godersi il presente e che potrebbe esserci una seconda volta nella sua carriera di regista.

In conclusione, il debutto alla regia di Neri Marcorè con il film “Zamora” è un’opera che riflette la sua identità e contiene molti elementi personali. Il film racconta la storia di Walter, un ragioniere che si trova a dover affrontare nuove sfide nella Milano degli anni Sessanta. Marcorè ha descritto il film come una storia che parla di lui e della contemporaneità, con personaggi femminili indipendenti e moderni. Nonostante la nostalgia per gli anni passati, il regista riconosce che ci sono ancora cose meravigliose nel presente. Il successo di “Zamora” potrebbe aprire le porte a nuove opportunità nella carriera di regista di Marcorè.

Share.