L’universo è sempre stato un argomento affascinante per gli scienziati, che cercano di svelarne i segreti e comprendere la sua struttura. Fino ad oggi, la teoria più accreditata sosteneva che il 95% dell’universo fosse costituito da materia oscura e energia oscura, mentre solo il restante 5% era costituito da materia ordinaria visibile. Tuttavia, una nuova teoria rivoluzionaria potrebbe scuotere le fondamenta di queste ipotesi consolidate.

Il fisico Rajendra Gupta dell’Università di Ottawa (Canada) ha pubblicato uno studio su The Astrophysical Journal in cui sostiene che l’universo può essere spiegato senza dover ricorrere alla materia oscura. Secondo Gupta, il comportamento delle stelle, delle galassie e dei pianeti può essere spiegato in modo completamente diverso da quello attualmente accettato dalla comunità scientifica.

Già nel 2023, Gupta aveva pubblicato uno studio in cui rispolverava la teoria della luce stanca di Zwicky. Questa teoria suggerisce che lo spostamento verso il rosso della luce proveniente da galassie lontane sia dovuto alla graduale perdita di energia dei fotoni su distanze cosmiche. Gupta aveva poi abbinato a questa teoria l’idea del premio Nobel Paul Dirac, secondo cui alcune costanti fisiche fondamentali potrebbero variare nel tempo. Queste considerazioni avevano portato Gupta a sostenere che l’universo potrebbe avere 26,7 miliardi di anni e non 13,7 miliardi come stimato finora.

Nel suo nuovo studio, Gupta conferma queste scoperte e sostiene che l’universo non ha bisogno della materia oscura per esistere. Contrariamente alla cosmologia standard, secondo cui l’espansione accelerata dell’universo è causata dall’energia oscura, Gupta sostiene che questa espansione è dovuta alle forze naturali che si indeboliscono con l’espansione stessa e non all’energia oscura.

Questa teoria rivoluzionaria ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica, poiché mette in discussione uno dei pilastri su cui si basano gli attuali modelli cosmologici. Finora, ci sono stati diversi studi che mettono in dubbio l’esistenza della materia oscura, ma quello di Gupta sembra essere il primo a eliminarne l’esistenza cosmologica pur rimanendo coerente con le principali osservazioni cosmologiche.

Le implicazioni di questa scoperta potrebbero essere enormi. Se la teoria di Gupta dovesse essere confermata, potremmo assistere a un cambiamento radicale nella nostra comprensione dell’universo. Sarebbe necessario ripensare interamente i modelli e le teorie attuali e sviluppare nuovi strumenti per studiare l’universo senza fare affidamento sulla materia oscura.

Tuttavia, è importante sottolineare che la teoria di Gupta non è ancora stata ampiamente accettata dalla comunità scientifica. Saranno necessari ulteriori studi e prove per confermare o confutare le sue affermazioni. Nel frattempo, gli scienziati continueranno a indagare sull’universo e a cercare risposte alle tante domande che ancora rimangono senza risposta.

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