Terna e Tim in evidenza: Milano chiude con lieve variazione

La Borsa di Milano ha chiuso poco mossa, in linea con gli altri listini europei, in attesa delle decisioni della Fed sulla politica monetaria. Nonostante ciò, alcuni titoli si sono messi in mostra durante la giornata.

Tra i principali protagonisti del listino principale troviamo Terna, che ha registrato un aumento del 3,6%. Gli analisti hanno elogiato il nuovo piano industriale e i conti del 2023 dell’azienda. Anche Tim ha avuto una performance positiva, con un aumento del 1,8%. Questo è dovuto alla notizia del piano del fondo Merlyn e all’idea di una lista di candidati per entrare a far parte del consiglio.

Altri titoli che hanno registrato una performance positiva sono Prysmian (+1,4%), Iveco (+1,3%), Saipem e Mps (+1%). Al contrario, Diasorin ha registrato una flessione del 3%.

Nel comparto del lusso, dopo il profit warning di Kering che ha colpito tutto il settore in Europa, le aziende del settore si sono mosse in ordine sparso. Cucinelli è riuscita a registrare un aumento dello 0,8%, mentre Moncler ha segnato una flessione dello 0,4%.

Le banche, invece, hanno avuto una performance contrastata mentre gli investitori cercano indizi sull’allentamento della politica monetaria. Popolare Sondrio (-1,4%) e Intesa (-0,1%) hanno registrato un calo, mentre Banco Bpm (+0,8%), Bper (+0,9%) e Unicredit (+0,1%) hanno avuto una performance positiva.

La giornata si è conclusa con lo spread tra Btp e Bund in lieve rialzo a 127 punti, mentre il rendimento del decennale italiano è rimasto poco mosso al 3,70%.

In generale, la chiusura poco mossa della Borsa di Milano riflette l’attesa degli investitori per le decisioni della Fed sulla politica monetaria. Tuttavia, alcuni titoli sono riusciti a distinguersi durante la giornata, come Terna e Tim, che hanno registrato una performance positiva. Il comparto del lusso è stato invece influenzato dal profit warning di Kering, mentre le banche hanno avuto una performance contrastata. Gli investitori rimangono in attesa di ulteriori indizi sull’allentamento della politica monetaria.

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