La terapia immunologica CAR-T si sta rivelando una nuova speranza nel trattamento del glioblastoma, un tumore cerebrale maligno e aggressivo. Secondo un articolo pubblicato su ‘The New England Journal of Medicine’, i primi risultati di uno studio di fase 1 chiamato ‘Incipient’ mostrano l’efficacia di questa terapia nelle persone affette da recidiva di glioblastoma, che sono state precedentemente trattate con terapie standard.
La particolarità di questo studio risiede nell’utilizzo delle cellule del sistema immunitario del paziente stesso, chiamate linfociti T, che vengono modificate per riconoscere specifiche molecole presenti nelle cellule tumorali. Inoltre, vengono create e utilizzate CAR-T che riconoscono due molecole presenti nelle cellule del glioblastoma, aumentando l’efficacia del trattamento rispetto ad altri studi precedenti.
I risultati sono stati molto promettenti, con tutti e tre i pazienti che hanno riportato una regressione significativa della lesione tumorale già il giorno successivo al trattamento. Tuttavia, due pazienti hanno riscontrato una ripresa della malattia entro due mesi dall’inizio del trattamento, mentre un terzo ha mantenuto la stabilità per 150 giorni di follow-up. La durata della risposta è stata inferiore rispetto ai trattamenti standard attualmente in uso, rappresentando il punto debole dello studio.
Nonostante ciò, i ricercatori sono ottimisti riguardo al potenziale della terapia CAR-T nel trattamento del glioblastoma. Secondo il dottor Giuseppe Lombardi, responsabile UOS Neuro-Oncologia allo Iov di Padova, le CAR-T potrebbero rappresentare una valida terapia non solo per i tumori del sangue, ma anche per quelli solidi come il glioblastoma. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per comprendere appieno i meccanismi molecolari e migliorare l’efficacia della terapia.
Il glioblastoma è il tumore cerebrale maligno più frequente e aggressivo negli adulti. Attualmente, la terapia standard consiste in un intervento chirurgico seguito da radioterapia e chemioterapia. Tuttavia, l’efficacia di questi trattamenti è limitata e solo il 5-7% dei pazienti sopravvive a 5 anni dalla diagnosi. La recidiva della malattia è un evento comune.
In conclusione, la terapia immunologica CAR-T sta offrendo nuove speranze nel trattamento del glioblastoma. Nonostante i risultati preliminari promettenti, sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio l’efficacia e migliorare la durata della risposta. Tuttavia, i ricercatori sono fiduciosi che le CAR-T possano diventare una terapia valida anche per i tumori solidi come il glioblastoma. L’inserimento dei pazienti in trial clinici rimane fondamentale per continuare a migliorare le opzioni terapeutiche disponibili.