Il Nobel Belenkin: La presenza di un’opposizione a Putin in Russia

Boris Belenkin, responsabile della Biblioteca di Memorial, l’organizzazione russa premiata con il Nobel per la pace nel 2022 per il suo impegno nella difesa dei diritti umani, ha dichiarato che le recenti proteste in Russia dimostrano l’esistenza di un’opposizione al regime di Putin. Non si tratta di punte estreme, ma indicano un sentimento più profondo nella società russa.

Belenkin, dissidente russo che ha lasciato la Russia dopo la sentenza contro Memorial e si è stabilito nella Repubblica Ceca, è arrivato a Roma per presentare il suo ultimo libro, “Non lasciare che ci uccidano – Storie di Memorial”. Durante il suo soggiorno, parteciperà anche a un incontro a Milano presso il Memoriale Della Shoah.

Il responsabile di Memorial ha espresso sorpresa per il grande numero di persone che hanno partecipato ai funerali di Alexei Navalny, il leader dell’opposizione russa recentemente assassinato. Credeva che solo qualche centinaio di cittadini avrebbe partecipato, ma erano decine di migliaia. Inoltre, Belenkin ha notato la presenza di molti giovani, il che gli ha dato una sensazione positiva riguardo al futuro del suo Paese.

Le proteste durante le elezioni, dove i cittadini sono stati chiamati a presentarsi ai seggi alle ore 12 come segno di protesta, hanno dato a Belenkin una speranza nel vedere manifestazioni di dissenso e di memoria di Navalny. Secondo lui, le elezioni erano prive di significato reale, dato che le alternative a Putin erano scarse o false.

Belenkin ha criticato anche il mondo giornalistico in generale, affermando che non c’è giornalismo vero in Russia. Ha sostenuto che la notizia della riconferma di Putin come presidente dovrebbe essere trattata con lo stesso spazio mediatico di un ubriacone che cade in una fontana a Roma.

Il dissidente russo ha anche espresso preoccupazione per i conflitti in Ucraina e a Gaza, definendoli i presupposti per una potenziale terza guerra mondiale. Ha sottolineato che il Papa ha ragione nel definirla così e ha paura che la situazione possa peggiorare.

Belenkin ha parlato dell’importanza del lavoro di Memorial, nato negli anni Ottanta con l’obiettivo di promuovere la ricerca storica e preservare la memoria delle vittime dello stalinismo. L’organizzazione ha poi esteso il suo impegno alla difesa dei diritti umani nella Russia contemporanea. Anche se Belenkin ha lasciato la Russia, ha assicurato che il lavoro di Memorial continua sia nelle ex Repubbliche sovietiche che nel resto d’Europa grazie agli altri membri dell’organizzazione che hanno seguito le sue orme.

Nonostante le sfide e le difficoltà, Belenkin è determinato a far continuare il lavoro di Memorial per difendere i diritti umani e preservare la memoria storica in Russia e oltre. Il suo ultimo libro, “Non lasciare che ci uccidano – Storie di Memorial”, è un’importante testimonianza dei loro sforzi e della loro lotta per la giustizia.

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