Walter Veltroni, giornalista, scrittore e politico italiano, torna sulla scena con il suo nuovo libro “La condanna”. Attraverso le sue pagine, Veltroni esplora il presente e il passato, svelando la rabbia che infiamma le masse.

Il libro, pubblicato da Rizzoli, conta 224 pagine ed è disponibile al prezzo di 18,50 euro. In esso, Veltroni affronta tematiche come la giustizia sommaria, la violenza della folla e la vendetta irragionevole. Ma soprattutto si sofferma sull’aspetto “antidemocratico” di queste azioni, sottolineando che la democrazia non può mai tollerare il linciaggio di un essere umano.

“La condanna” riporta alla luce un episodio storico accaduto a Roma nel settembre 1944, poco dopo la liberazione dall’occupazione nazifascista. In quei giorni convulsi, la rabbia del popolo si trasforma in giustizia sommaria nei confronti di Donato Carretta, direttore di Regina Coeli. L’episodio si sviluppa quando una folla inferocita, desiderosa di vendetta, sfonda i cordoni di sicurezza per entrare nell’aula di giustizia dove si sarebbe dovuto svolgere il processo contro Pietro Caruso, ex questore della capitale. Non trovandolo presente in aula, la folla scaglia la sua furia su Carretta, accusandolo della morte di persone detenute a Regina Coeli. L’uomo viene linciato, gettato nel Tevere e successivamente appeso alle sbarre di una finestra del carcere.

Veltroni, nel raccontare questo tragico episodio, esprime il suo dolore per l’uomo che si ritrova vittima di un linciaggio spaventoso e violento, nonostante fosse in realtà presente in aula per testimoniare contro un fascista. È la storia di un individuo che si trova per caso dalla parte sbagliata del tornante della Storia.

Ma “La condanna” non si limita a raccontare fatti del passato. Veltroni invita i lettori a riflettere sul presente, facendo un parallelo tra la violenza della folla di allora e la violenza virtuale dei social media di oggi. Secondo l’autore, viviamo in un momento in cui il linguaggio ha perso i confini della democrazia. Questo non si manifesta solo attraverso l’incitazione alla violenza, ma anche attraverso le parole pronunciate da personaggi politici di rilievo, come Donald Trump, che evoca un “bagno di sangue” in caso di una sua mancata rielezione.

“La condanna” è quindi un invito a riflettere sul potere delle parole e sulla responsabilità che ognuno di noi ha nel mantenere una democrazia sana e rispettosa. Veltroni ci ricorda che la giustizia sommaria e la violenza non possono mai essere la soluzione, ma solo una perpetuazione del male.

In conclusione, “La condanna” è un libro che ci offre uno sguardo sulla storia, ma ci spinge anche a confrontarci con il presente. Attraverso la sua analisi lucida e profonda, Walter Veltroni ci invita a riflettere sulla fragilità della democrazia e sull’importanza di preservare i valori fondamentali che la sostengono. Un libro che non può mancare nella libreria di coloro che desiderano comprendere meglio il mondo in cui viviamo e il ruolo che ciascuno di noi può svolgere per renderlo un posto migliore.

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