Stellantis, il colosso automobilistico nato dalla fusione tra FCA e PSA Group, sta affrontando una significativa riduzione del personale in Italia attraverso un accordo di uscita volontaria incentivata per 1.520 lavoratori. L’accordo è stato sottoscritto tra l’azienda e i sindacati metalmeccanici torinesi e riguarda 21 società del gruppo che operano nel territorio italiano. Questa mossa fa parte di un più ampio piano di ristrutturazione dell’azienda per adattarsi alle sfide del mercato automobilistico in continua evoluzione.

Secondo la Uilm di Torino, l’accordo prevede la partenza volontaria di 733 dipendenti nelle strutture centrali (impiegati e quadri) e 300 dipendenti presso le Carrozzerie di Mirafiori. Queste uscite incentivare avranno un impatto significativo non solo sulle aziende di Stellantis, ma anche sulla filiera della componentistica.

Non tutti i sindacati hanno firmato l’accordo, la Fiom in particolare si è opposta a questa misura. I rappresentanti sindacali sostengono che questo piano di riduzione del personale sia “un piano per spegnere il lavoro” e chiedono l’intervento del governo per affrontare la situazione. Chiedono anche un incontro con il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, per discutere delle scelte strategiche dell’azienda e del suo impegno verso l’Italia.

Secondo i sindacalisti della Fiom, la situazione negli stabilimenti di Stellantis in Italia sta peggiorando rapidamente. A Mirafiori, ad esempio, si continua a utilizzare la cassa integrazione per la linea di produzione della Maserati e per la 500 Bev. Inoltre, sembra che Leapmotor abbia deciso di spostare la produzione della sua city car elettrica in Polonia anziché a Torino. Queste scelte contrastano con le dichiarazioni dell’amministratore delegato Tavares sulla centralità dell’Italia per Stellantis.

I sindacalisti sottolineano che Stellantis richiede incentivi per l’acquisto di auto elettriche, finanziamenti pubblici per migliorare l’efficienza degli stabilimenti e agevolazioni per i costi energetici, ma non offre alcun impegno o garanzia di nuovi modelli o investimenti in ricerca e sviluppo. Secondo loro, l’azienda sta svuotando gli stabilimenti italiani attraverso queste uscite incentivare.

La situazione sembra essere arrivata ad un punto critico e i sindacati promettono di intraprendere azioni per contrastare le strategie dell’azienda. Si impegneranno a informare e mobilitare i lavoratori a tutti i livelli, sia a livello nazionale che negli stabilimenti, per esprimere la loro opposizione alle scelte aziendali.

Questa riduzione del personale in Stellantis è solo l’ultimo sviluppo in un settore automobilistico che sta affrontando una serie di sfide, tra cui la transizione verso veicoli elettrici, la concorrenza globale e la domanda fluttuante dei consumatori. Sarà interessante vedere come l’azienda si adatterà a queste sfide e quale sarà l’impatto sul futuro dell’industria automobilistica italiana.

Share.