La carenza di personale specializzato negli ospedali italiani è un problema che sta affliggendo il sistema sanitario nazionale. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha recentemente espresso la sua opinione su questa questione durante un’audizione alla Commissione Affari sociali della Camera.

Secondo il ministro, la carenza di medici sarà ulteriormente acuita nei prossimi 3-4 anni a causa dei numerosi pensionamenti. Pertanto, è necessario affrontare questo problema in due modi: da un lato, combattere il fenomeno dei “gettonisti” e, dall’altro, lavorare per l’inserimento a pieno titolo degli specializzandi nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Schillaci ha sottolineato che, nonostante la carenza di medici, molti di loro vengono trovati attraverso le cooperative che utilizzano i gettonisti. Questo solleva una domanda importante: perché non cercare di rimuovere questi medici dal sistema sanitario nazionale? Secondo il ministro, questa è l’unica via per garantire che tali medici possano poi rientrare nel sistema con condizioni diverse e più giuste.

Inoltre, la carenza di medici deve essere affrontata anche dando maggior spazio e dignità professionale agli specializzandi. Prima della pandemia di COVID-19, il numero annuale di specializzandi era di 5.000, ma ora, nei prossimi 3-4 anni post-COVID, si prevede che arriveranno a 15.000. Tuttavia, Schillaci ha espresso preoccupazione per il fatto che molte borse di specializzazione non vengono occupate.

Le specializzazioni meno scelte, oltre al Pronto Soccorso, sono quelle che offrono scarse opportunità di attività libero professionale autonoma, come l’anatomia patologica e la radioterapia. Questo solleva una preoccupazione per il futuro, considerando l’aumento dei casi di neoplasie, soprattutto tra i giovani. Come possiamo immaginare un ospedale senza anatomopatologi o radioterapisti?

Schillaci ha sottolineato che quando si sceglie di iscriversi alla facoltà di Medicina, non si dovrebbe avere come unico obiettivo il guadagno, ma anche l’impegno a fornire cure adeguate ai pazienti. Il ministro sta lavorando con la Conferenza rettori Università italiane per promuovere questa mentalità.

Nonostante la carenza di personale specializzato, il sistema sanitario italiano dispone di circa 45.000 medici specializzandi. Pertanto, è importante riconoscere il loro contributo qualificato e lavorare in collaborazione con le scuole di specializzazione per garantire un adeguato inserimento nel sistema sanitario nazionale.

In conclusione, la carenza di personale specializzato negli ospedali italiani è una sfida che richiede azioni immediate. È necessario combattere il fenomeno dei gettonisti e fornire maggiori opportunità agli specializzandi. Solo attraverso un impegno comune tra istituzioni e università sarà possibile affrontare questo problema e garantire cure di qualità per tutti i cittadini italiani.

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