Mese: Marzo 2024

AGI – Numeri “impressionanti”, davanti ai quali “dobbiamo intervenire”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, affrontando il tema della violenza di genere. “Nel 2022 – ha spiegato in una conferenza stampa a via Arenula – ci sono state in primo grado 3.443 condanne per maltrattamenti in famiglia, 2.281 per atti persecutori, 973 per violenza sessuale”. Il Guardasigilli, presentando due iniziative che il ministero ha messo a punto sul tema – una raccolta organica della normativa anche sovranazionale e un opuscolo informativo – ha sottolineato che “abbiamo un arsenale repressivo molto severo, ma l’efficacia intimidatoria della pena non è un deterrente fondamentale: si tratta di un reato che si fonda sulla mancanza di educazione, di cultura, di rispetto della persona, è su questi punti che dobbiamo intervenire con la prevenzione”. La raccolta di norme e l’opuscolo, a parere del ministro, rappresentano “un lavoro unico e un’occasione storica, a dimostrazione che il Governo, a cominciare dalla presidente Meloni, si è sempre mostrato molto sensibile a questo tema”.

 

La raccolta organica delle norme

 

La raccolta, “integrale e integrata”, delle norme è stata curata dall’Osservatorio sulla violenza di genere istituito al ministero nel 2022, presieduto dal capo dell’Ispettorato Maria Rosaria Covelli: un lavoro rivolto a tecnici e operatori, anche basato sui risultati emersi da questionari inviati alle procure. “Hanno risposto tutte le 140 procure della Repubblica – ha spiegato Covelli – ed è emerso un panorama variegato. L’obiettivo è far emergere quali sono le problematiche e quali le buone prassi”. E’ stata quindi ricondotta a sistema una “mole di norme”, con il “richiamo alla trama costituzionale”, ‘in primis’ al “principio di uguaglianza”, ha aggiunto Covelli, da cui “emerge una storia che cammina. E’ un testo che sarà costantemente aggiornato”.

 

L’opuscolo, dal titolo “La violenza mai”, da diffondere il più possibile nei luoghi pubblici

 

L’opuscolo, che indica a donne e uomini i segnali più comuni ed evidenti che riguardano situazioni di violenza, “è diretto agli adulti” e “contiene immagini che parlano da sole. Intendiamo stamparne centinaia di migliaia di copie. Se possibile, lo faremo stampare nelle carceri dai detenuti”, ha sottolineato il Guardasigilli, osservando che “vengono messi in luce i segnali di allarme, sintomatici di una componente aggressiva: una serie di considerazioni sia nel contenuto che nella grafica su quali sono le cose che non si possono fare, che non vogliamo si facciano. Una parte è anche dedicata agli uomini, che spesso sottovalutano la gravità dei comportamenti e della sanzione”. 

 

 

 

AGI – “Lo straordinario impegno (delle questure) è comprovato dal rilascio nel 2023 di 2.750.000 passaporti, ossia un milione in più rispetto a tutti gli anni del periodo pre-pandemico”. Lo ha sottolineato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso del question time al Senato rispondendo a un’interrogazione di Maurizio Gasparri sui tempi di attesa per il rilascio dei passaporti. 

 

“I dati di quest’anno – ha ricordato il titolare del Viminale – mostrano un trend in ulteriore miglioramento; sono stati emessi circa 250mila passaporti al mese, mentre nei primi 12 giorni di marzo ne sono stati emessi 113mila con la previsione di chiudere il mese con oltre 300mila documenti rilasciati“. Mentre “per venire incontro ai cittadini che hanno esigenze di un rilascio urgente, legate, cioè, a motivi di salute, studio, lavoro e turismo, è già operativa in 52 province un’agenda online ‘prioritaria’. A partire dalla prossima settimana le nuove modalità operative dedicate a tali esigenze saranno adottate in tutto il territorio nazionale e confidiamo, in tal modo, di realizzare una progressiva riduzione dei tempi di attesa“. 

 

“La soluzione della questione dei tempi di rilascio dei passaporti – ha proseguito il ministro – è affidata all’attuazione del Progetto Polis, a cui il governo ha dato avvio in questi giorni e che sarà progressivamente esteso a tutti i comuni con meno di 15 mila abitanti e, in prospettiva, anche a quelli con popolazione superiore, su tutto il territorio nazionale. Grazie a Polis i cittadini potranno richiedere o rinnovare il passaporto presentando la documentazione direttamente agli sportelli di Poste italiane, senza doversi recare in questura, e con la possibilità di ricevere il passaporto a domicilio” e “l’attuale fase di sperimentazione, avviata in due comuni in provincia di Bologna – ha concluso Piantedosi – ha già consentito il rilascio dei primi passaporti, anche con consegna al domicilio del richiedente”.