Mese: Marzo 2024

AGI – “Ho visto Barbara Balzerani l’ultima volta pochi giorni fa a casa sua, alla Garbatella. Era provata e costretta a letto da diverso tempo ormai ma abbiamo parlato come sempre di tutto. Abbiamo riso e anche litigato come ci succedeva spesso perché lei aveva il suo caratterino. Ho perso una grande amica”. Davide Steccanella, avvocato di diversi ex esponenti delle Brigate Rosse, tra i quali Mario Moretti, e autore di numerosi volumi sulla storia di quegli anni, racconta all’AGI la sua conoscenza con l’ex brigatista. “Nel 2009 mandai alla sua casa editrice una mail per complimentarmi per il suo libro ‘Perché io, perché non tu’. Lei mi rispose ringraziandomi e andai alla sua presentazione a Milano dove sbocciò un’empatia immediata, pur venendo da esperienze di vita diversissime. Da allora ci vedevamo spesso, a Milano o a Roma, alla Garbatella, dove abitava col suo meraviglioso compagno Marcello. Aveva scoperto il tumore da un anno, stare a letto per una persona così vitale era una tortura”.

“Parlavamo di tutto, aveva un’intelligenza vivissima e si interessava di ogni aspetto della vita e del mondo. Mi mancherà tantissimo il nostro incessante confrontarci sul cinema, sull’attualità, sui libri, i suoi erano tutti meravigliosi. Ci facevamo anche delle gran risate – prosegue Steccanella -. Certo, tra i nostri argomenti c’era anche il suo passato. Ma Barbara come tutte le persone era tante cose, non solo il suo passato. Il dispiacere che espresse per le vittime di quegli anni? Era una donna molto sensibile, per nulla cinica. Bisogna distinguere il fatto che non si fosse mai dissociata, e ritengo che gli vada riconosciuta una coerenza a mio avviso giusta, dal dolore per le persone morte. Quella fu una guerriglia durata 15 anni, ce ne furono molti da una parte e dall’altra, anche lei perse degli affetti importanti”.

Tra i ricordi della loro amicizia, Steccanella cita “le lunghe passeggiate alla Garbatella, una in particolare tre-quattro anni fa, quando stava ancora bene, alla Centrale Montemartini, e una delle ultime volte che è venuta a Milano quando presentai un suo libro in una sala di proprietà del Comune e ci fu una polemica per questo. Poi trascorremmo lunghe ore sul mio terrazzino parlando di tutto. Mi diceva sempre che le sarebbe piaciuto tanto tornare su quel terrazzino, a quelle ore bellissime, ma non ce l’ha fatta. Per me però resterà sempre viva e quello che mi porterò per sempre è la sua voglia di battersi contro tutte le ingiustizie, non per lei ma per gli altri”. 

AGI – Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, condannati a tre anni per tentata violenza sessuale di gruppo su Martina Rossi, la ragazza genovese morta a Palma di Maiorca nell’agosto del 2011, hanno ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali. Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza di Firenze, in due distinti provvedimenti. I due condannati si trovavano già in regime di semilibertà. Albertoni ha ottenuto l’affievolimento del regime della pena il mese scorso mentre Vanneschi si trova in affidamento in prova già da luglio 2023.

 

Albertoni e Vanneschi vennero condannati nell’ottobre del 2021 in via definitiva a 3 anni per tentata violenza sessuale di gruppo per la morte della studentessa che precipitò dal balcone di una camera di albergo, dov’era in vacanza. Una vicenda durata undici anni, passata attraverso un’archiviazione da parte della polizia spagnola – che aveva rubricato la morte come suicidio – fino alla riapertura del caso, un processo in primo grado ad Arezzo e due processi d’Appello a Firenze. Poi il pronunciamento definitivo della quarta sezione penale della Cassazione che dichiarò inammissibili i ricorsi della difesa dei due giovani aretini, condannandoli in via definitiva a 3 anni. I due 30enni adesso stavano scontando la pena in regime di semilibertà, dalla casa circondariale di Arezzo per lavorare con i loro genitori, fino alla decisione del tribunale di sorveglianza di Firenze che ha stabilito per loro l’affidamento in prova ai lavori socialmente utili.