Mese: Marzo 2024

AGI – È di cinque arresti il bilancio dell’invasione di campo da parte di alcuni sostenitori catanesi avvenuta durante l’intervallo della finale di andata della Coppa Italia di Lega Pro tra il Calcio Padova e il Catania. In particolare la polizia, dopo aver evitato il contatto tra le due tifoserie, hanno arrestato 3 tifosi catanesi che venivano bloccati per resistenza aggravata(due 40enni ed un 41enne gravati a vario titolo da associazione mafiosa, rapina, stupefacenti, reati da stadio, reati contro la persona).

 

Tra questi e’ stato individuato colui il quale ha consentito l’invasione di campo in quanto, dopo aver scavalcato il cancello della Curva Nord prossimo al Settore della Tribuna Est, incurante della presenza degli Steward, ha sollevato il maniglione, aprendo il cancello e favorendo l’ingresso di una sessantina di sostenitori etnei. Un quarto tifoso catanese è stato arrestato grazie all’attività in corso da parte delle Digos delle Questure di Padova e Catania mentre, questa mattina, si stava imbarcando su un volo per Edimburgo in partenza dall’Aeroporto di Milano Linate.

 

 

Alla Stazione ferroviaria di Padova, in occasione della partenza degli Ultras catanesi, sono stati effettuati accurati controlli che hanno permesso alla polizia di sequestrare aste non regolamentari e numerosi fumogeni e petardi. Un quinto tifoso catanese, coinvolto nei fatti di ieri, è stato da poco arrestato a Catania. Proseguono gli approfondimenti e gli accertamenti da parte delle Digos di Padova e Catania per la contestualizzazione delle singole condotte ai fini di eventuali Daspo. Risultano contusi 4 agenti della Digos di Padova, oltre a 4 agenti del II Reparto Mobile.

 

Sindaco di Padova: “Scene inaccettabili”

“Le scene di ieri allo Stadio Euganeo sono inaccettabili, la violenza va sempre condannata con massima severità e per nulla si addice a momenti di sport che devono portare con se’ valori di condivisione e amicizia”. L’ha detto il sindaco di Padova Sergio Giordani commentando l’invasione di campo avvenuta ieri durante l’intervallo della finale di andata della Coppa Italia di Lega Pro tra il Calcio Padova e il Catania. “Massima solidarietà agli agenti delle Forze dell’Ordine rimasti feriti e un ringraziamento per il lavoro egregio svolto che ha evitato conseguenze peggiori. Ora sotto la regia del Questore, tutti ci impegneremo per evitare in futuro simili situazioni” ha poi aggiunto.

 

AGI – “Io ieri ho ricevuto una telefonata dal ministro Piantedosi mentre ero in macchina con la scorta. Sono sotto scorta da nove anni, se c’e’ solo l’anticamera di un sospetto sull’amministrazione comunale di Bari, sul consiglio comunale di Bari e sul sottoscritto, allora io rinuncio alla scorta. Io non posso stare sotto scorta. Non posso essere considerato nello stesso tempo un sindaco antimafia e contemporaneamente il Ministero dell’Interno che manda l’accesso al Comune per verificare se ci sono le condizioni per lo scioglimento. Toglietemi la scorta, torno a vivere. Forse avro’ qualche problema ma non fa niente”. Lo ha detto il sindaco Antonio Decaro nel corso di una conferenza stampa a Palazzo di Città, all’indomani al provvedimento di accesso ispettivo disposto dal Ministro dell’Interno al Comune di Bari. 

Decaro, atto di legittima difesa della città

“Oggi per me questo è un atto di legittima difesa non del sindaco, non del consiglio comunale, un atto di legittima difesa della nostra città. Io sono è stato corretto da quando sono diventato sindaco di questa città. Ho indossato la fascia, ho messo la tessera del mio partito nel cassetto e sono stato il sindaco di tutti. Soprattutto di chi non mi aveva votato e la stessa cosa ho fatto da rappresentante dell’Associazione Nazionale dei Comuni. Sono stato il presidente di tutti. Soprattutto di chi non aveva la mia provenienza politica. E l’ho fatto con onore, con disciplina, il sindaco e il presidente dell’ANCI, ho sempre garantito rispetto istituzionale ai governi che si sono succeduti in questi anni e ne ho visti passare tanti in dieci anni. E credo che me lo possano riconoscere tutti”. Lo ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, nel corso di una lunga conferenza stampa convocata nell’aula consiliare di Palazzo di Città all’indomani al provvedimento di accesso ispettivo disposto dal Ministro dell’Interno al Comune di Bari.

“Io sono andato al Ministro dell’Interno – ha raccontato -. E gli ho detto ‘Ministro io rappresento le istituzioni. Sono sindaco. Rappresento anche gli altri sindaci’. E inquieta vedere che c’è un gruppo di parlamentari del centrodestra della mia Regione che sono andati nella sua stanza, hanno fatto una fotografia, sono usciti, hanno fatto una conferenza stampa dicendo che hanno chiesto al ministro, a seguito degli arresti che c’erano stati nella città di Bari, un’ispezione del comune perché con quell’ispezione dovevano sciogliere il comune di Bari per mafia. Non ho reagito perché io rappresento le istituzioni. Tra quei parlamentari ci sono D’Attis (Mauro D’Attis, commissario regionale di Forza Italia, ndr), che oggi è vicepresidente della commissione antimafia, e l’altro invece è il viceministro della giustizia Sisto (Francesco Paolo Sisto, ndr), che insieme a un altro viceministro alla salute (Marcello Gemmato, ndr) sono andati dai membri del governo all’Interno, a chiedere di provare a sciogliere per mafia il consiglio comunale di Bari”.

Decaro, persone arrestate erano dall’altra parte politica

Tra le persone arrestate nel corso dell’operazione “Codice Interno”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che ha portato all’esecuzione di 137 custodie cautelari, c’erano l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e sua moglie Maria Carmen Lorusso (ai domiciliari), eletta consigliera comunale a Bari con la lista “Di Rella Sindaco”, poi passata in maggioranza con “Sud al Centro”. “Quelle persone non erano candidate con la mia parte politica, ma dall’altra parte”, ha detto il sindaco Antonio Decaro nel corso di una conferenza stampa a Palazzo di Citta’, all’indomani al provvedimento di accesso ispettivo disposto dal Ministro dell’Interno al Comune di Bari. Il primo cittadino ha mostrato degli articoli di giornale, delle foto, con cui era tappezzata l’intera aula: “il flirt di Forza Italia con Olivieri e Canonico, sono stati Mauro D’Attis e Francesco Paolo Sisto, poi attaccati in maniera pesantissima dal loro partito, a fare un accordo elettorale. Hanno fatto due liste civiche: in una – quella di Canonico – c’era Francesca Ferri (arrestata nel 2022, ndr) per voto di scambio mafioso nel comune di Valenzano e qualche giorno fa e’ stata arrestata Lorusso, moglie di Olivieri. Quindi io ho pensato che quella fotografia (dei parlamentari pugliesi dal Ministro Piantedosi, ndr) servisse per dire ‘anticipiamo noi, attacchiamo noi il sindaco, cosi’ mettiamo le mani avanti per non cadere si dice a Bari’. Invece no, probabilmente c’era un disegno”.