Alex Mar, autrice di “Settanta volte sette”, un nuovo true crime che racconta la storia di Paula Cooper, ha dedicato cinque anni di lavoro per analizzare i documenti, le testimonianze e le fotografie legate a questo caso sensazionale avvenuto nel 1985 nei sobborghi di Gary, Indiana. Paula Cooper, una quindicenne nera, fu condannata alla sedia elettrica per l’omicidio di un’anziana catechista bianca. La sentenza di morte per una minorenne suscitò indignazione a livello internazionale, coinvolgendo anche i media italiani e il Vaticano. Tuttavia, la vita di Paula fu salvata grazie all’intervento del nipote della vittima, che scelse la strada del perdono.

Il libro di Mar si concentra sul tema del perdono, che è anche un tema centrale del nostro tempo. Il percorso verso il perdono richiede empatia e dialogo, ma viviamo in un’epoca in cui si tende a imporre le proprie idee anziché confrontarsi. Il desiderio di vendetta è spesso il primo impulso, ma è necessario imparare a convivere con gli altri. Mar spiega che per affrontare grandi temi è fondamentale concentrarsi su storie individuali. Nel caso di Paula Cooper, è stato cruciale comprendere chi fosse prima del crimine, provare empatia per lei e chiedere ai lettori di condividerla. Questo processo è simile per qualsiasi tipo di conflitto: se riusciamo a vedere i colpevoli da un punto di vista umano, possiamo pensare a punizioni appropriate.

Un altro tema importante sollevato nel libro riguarda la questione razziale. Mar sottolinea che il pregiudizio razziale è ancora presente nel sistema giuridico americano, e le statistiche dimostrano che il colore della pelle può influenzare la severità delle condanne. Le proteste per la morte di George Floyd hanno evidenziato che il problema del razzismo esiste ancora nel 2024.

Mar affronta anche la questione della protezione dell’infanzia, che rimane attuale in tutto il mondo. Le comunità si trovano spesso a dover prendere decisioni difficili quando giovani commettono crimini gravi. È importante proteggere l’infanzia, ma allo stesso tempo garantire la sicurezza della collettività. I bambini devono sempre essere considerati bambini, anche se la storia di Paula Cooper risale agli anni ’80 e ’90. Il sistema giuridico americano si è migliorato in tal senso, ma alcuni politici lo strumentalizzano per apparire più duri con il crimine.

Molti italiani non comprendono come negli Stati Uniti possa ancora esistere la pena di morte. Mar spiega che, nonostante il sostegno alla pena capitale stia diminuendo, molti americani ritengono che non verrà mai abolita, anche per ragioni politiche. La cultura americana si basa sul contrasto tra bene e male e su una visione dualistica del mondo, il che rende più facile chiedere vendetta anziché affrontare un sistema disfunzionale.

Quanto alla possibilità di eliminare la pena di morte in un mondo in guerra, secondo Mar dipende dal rispetto dell’Occidente per la legge internazionale e dalla volontà di definire legalmente i crimini di guerra. Questo argomento è strettamente collegato alla pena di morte.

Infine, Mar sottolinea il ruolo delle religioni nel dare un significato alle vite umane. Molti individui trovano un senso ultimo nella religione, mentre nella vita secolare è più difficile rintracciare un senso profondo. Mar ritiene che spetti alle religioni rispondere a questa ricerca di significato.

In conclusione, il libro “Settanta volte sette” di Alex Mar affronta temi importanti come il perdono, il razzismo e la protezione dell’infanzia. Attraverso la storia di Paula Cooper, l’autrice ci invita a riflettere sulle nostre idee riguardo alla giustizia e al modo in cui trattiamo gli altri. Il libro ci ricorda che il perdono può essere un processo difficile ma necessario per costruire una società più giusta e compassionevole.

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