Il ruolo chiave di Salerno nella politica globale di Stalin

Un messaggio in codice via radio dà il via libera il 2 aprile 1944 a quella che sarà chiamata Svolta di Salerno sulla questione istituzionale. Questo evento, che ha avuto un ruolo chiave nella politica globale di Stalin, è stato poco conosciuto fino ad oggi. Il messaggio, firmato da Gegè, uno pseudonimo che nascondeva il gruppo dirigente del Partito comunista italiano, invitava a tenere conto dei consigli di Madrid, cioè Palmiro Togliatti, e a intendersi con Pietro Nenni.

Questa svolta rappresentò un deciso cambio di rotta rispetto alla posizione iniziale di Togliatti, che aveva stabilito l’abdicazione di Vittorio Emanuele III e la reggenza temporanea del Maresciallo Pietro Badoglio come punti cardine per la partecipazione dei comunisti al governo italiano. Tuttavia, Stalin aveva altri piani in mente e voleva che i comunisti pesassero nella composizione del nuovo governo.

L’atteggiamento degli Alleati sulla questione istituzionale era già emerso durante il Congresso dei partiti antifascisti a Bari il 28 gennaio 1944. Mentre i britannici erano possibilisti sulla continuità dinastica, gli statunitensi erano più scettici. Stalin, invece, aveva bisogno che i comunisti avessero un ruolo rilevante nel nuovo governo italiano e si affrettò a riconoscere quello di Badoglio, portando un vantaggio geopolitico al PCI.

Il 3 aprile, Togliatti fu convocato da Stalin e gli fu detto di recarsi a Salerno per prendere accordi con Badoglio e Vittorio Emanuele. Il riconoscimento del governo italiano da parte del Cremlino creò problemi agli inglesi, che avevano una visione diversa sulla gestione degli affari italiani. Ciò indebolì la Giunta esecutiva permanente eletta dal Congresso del CLN a Bari.

Il 14 marzo, Togliatti partì per Napoli e il 26 giunse via mare. Il cambio di prospettiva rispetto all’abdicazione del Re e la fine dell’esperienza di Badoglio era ormai evidente. Con l’arrivo di Togliatti al tavolo politico il 3 aprile, i contrasti tra i partiti si acuirono. Il 15 aprile, la linea di Togliatti prevalse e il ruolo della Giunta esecutiva si svuotò. Il 22 aprile, il Re nominò i ministri del II governo Badoglio, che comprendeva i sei partiti antifascisti del CLN.

Questo governo rimase in carica solo per 55 giorni e cadde il 6 giugno, quando gli Alleati entrarono a Roma. Vittorio Emanuele fu negato l’ingresso nella Capitale e il suo trono fu preso da suo figlio Umberto. Il Re abdicherà solo il 9 maggio 1946, segnando la fine della monarchia in Italia. Il 2 giugno, la Repubblica prevalse sulla monarchia nel referendum, con circa 2 milioni di voti di scarto.

Questo episodio, poco conosciuto fino ad oggi, rivela il ruolo chiave di Salerno nella politica globale di Stalin. La Svolta di Salerno ha segnato un cambiamento significativo nella politica italiana e ha influenzato gli eventi successivi che hanno portato alla fine della monarchia in Italia.

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