Episodi di maleducazione costringono la chiusura di un ambulatorio nel Sulcis

Nel cuore del Sulcis, precisamente a Cortoghiana, una frazione di Carbonia, è scoppiato un caso di maleducazione che ha portato alla chiusura temporanea di un ambulatorio medico. Il cartello affisso all’ingresso dell’ambulatorio recita: “L’ambulatorio resterà chiuso dal 2/4 al 7/4/24 in seguito alle dimissioni del medico sostituto causate dai ripetuti comportamenti maleducati e aggressivi perpetrati sulla stessa dal primo giorno di inizio del suo lavoro”.

Il messaggio è stato lasciato dalla dottoressa Michela Atzori, proprietaria dello studio medico da due anni. La dottoressa Atzori ha deciso di prendersi un mese di malattia dopo aver subito un’aggressione fisica all’interno dell’ambulatorio. Nonostante la chiusura temporanea, la dottoressa ha trovato un sostituto solo dopo dieci giorni, ma quest’ultimo ha dovuto fare i conti con continue aggressioni verbali da parte di alcuni pazienti.

Questi episodi di maleducazione hanno portato alla decisione di chiudere nuovamente l’ambulatorio e all’affissione del cartello che ha scatenato un acceso dibattito nella città e sui social media. Nonostante il supporto ricevuto dalle autorità locali, tra cui il Comune di Carbonia, l’Azienda Sanitaria Locale e i Carabinieri, che hanno anche raccolto le denunce della dottoressa, la professionista teme che tali episodi possano ripetersi una volta che tornerà al lavoro.

L’amministrazione comunale e l’Azienda Sanitaria stanno organizzando un’assemblea pubblica per cercare di riportare la serenità nella piccola comunità della frazione. Entrambe le istituzioni hanno espresso solidarietà alla dottoressa Atzori e condannato fermamente gli episodi di violenza verbale e fisica subiti dai professionisti sanitari.

La dottoressa Atzori ha dichiarato di non voler lasciare il suo studio medico, ma ammette di aver pensato di gettare la spugna a causa dei momenti difficili vissuti. Questo caso mette in luce un problema più ampio: la mancanza di rispetto e di educazione nei confronti del personale sanitario.

I medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario svolgono un lavoro fondamentale per la salute e il benessere della comunità. È essenziale che vengano trattati con rispetto e gratitudine da parte dei pazienti. Non è accettabile che debbano subire aggressioni verbali o fisiche nel corso delle loro attività lavorative.

È auspicabile che questo caso porti a una riflessione più ampia sulla necessità di valorizzare il ruolo del personale sanitario e di promuovere una maggiore consapevolezza dell’importanza di un comportamento educato e rispettoso verso di loro. Solo così potremo garantire un ambiente di lavoro sicuro e sereno per i professionisti sanitari e un servizio di qualità per tutti i pazienti.

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