Scandalo nel mondo della moda: Giorgio Armani sotto inchiesta per sfruttamento dei lavoratori cinesi

L’industria della moda è stata scossa da un’imprevista inchiesta che coinvolge numerosi marchi di lusso, tra cui il famoso stilista Giorgio Armani. La sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha emesso un provvedimento di amministrazione giudiziaria per Giorgio Armani operations, società del gruppo Armani specializzata nella produzione e commercializzazione di abbigliamento e accessori di lusso.

L’inchiesta è stata avviata dai pm Paolo Storari e Luisa Baima Bollone, insieme al nucleo ispettorato del lavoro dei Carabinieri, che hanno scoperto uno sfruttamento dei lavoratori cinesi all’interno delle società subappaltatrici di Giorgio Armani operations. Secondo il Tribunale di Milano, la società non ha mai effettivamente controllato la catena produttiva, permettendo così lo sfruttamento dei lavoratori.

Dai sopralluoghi effettuati presso gli opifici che producono in subappalto per Giorgio Armani operations, è emerso che i lavoratori erano costretti a lavorare oltre 14 ore al giorno, compresi i giorni festivi. Questo dato suggerisce che i lavoratori erano molti di più di quelli ufficialmente dichiarati o che i pochi presenti erano sottoposti a ritmi di lavoro massacranti. Inoltre, secondo le testimonianze dei lavoratori cinesi, le paghe erano talmente basse da essere considerate al di sotto del minimo etico.

Ma l’attenzione della magistratura non è rivolta solo a Giorgio Armani operations. Anche altri grandi marchi della moda sono coinvolti nell’inchiesta. Un lavoratore cinese ha dichiarato che la Minoronzoni srl, un’altra società che produce cinture per numerosi marchi di lusso, utilizzava lo stesso sistema di subappalto e fatturazione fittizia. La Minoronzoni riceveva contratti di appalto per la produzione delle cinture, ma poi fatturava direttamente ai marchi come se la merce fosse stata prodotta e assemblata da loro stessi. Questo permetteva alla società di ricaricare i costi di manodopera e confezionamento sui committenti, ottenendo ingenti profitti.

Il Tribunale di Milano ha sottolineato la necessità di avviare un tavolo di discussione che coinvolga gli imprenditori del settore della moda al fine di prevenire situazioni di sfruttamento dei lavoratori. Il settore della moda è di particolare rilevanza per l’economia nazionale e pertanto è importante garantire che le aziende rispettino gli standard etici e lavorativi.

Questo scandalo mette in luce una problematica diffusa nel settore della moda, che spesso subappalta la produzione a paesi a basso costo del lavoro, come la Cina. È fondamentale che i marchi di lusso prendano responsabilità per le condizioni dei lavoratori all’interno delle loro catene di approvvigionamento e garantiscano che vengano rispettati i diritti dei lavoratori.

La speranza è che questa inchiesta porti a una maggiore consapevolezza e a un cambiamento nelle pratiche delle aziende del settore della moda. È importante che i consumatori siano informati sugli abusi che avvengono dietro le quinte e facciano scelte consapevoli quando si tratta di acquistare prodotti di lusso. Solo così si potrà rendere giustizia ai lavoratori coinvolti in questa triste vicenda.

Share.