L’intelligenza artificiale si confronta con una giovane autrice in una sfida narrativa che ha portato alla pubblicazione di un libro intitolato “Viaggio oltre l’ignoto”. Il libro è curato da Pierdomenico Baccalario, Marco Magnone e Davide Morosinotto, ed è stato presentato alla Bologna Children’s Book Fair, che quest’anno ha come tema centrale l’IA.

Baccalario, uno dei più importanti autori italiani per ragazzi, ha spiegato che il gruppo di editor ha deciso di fare un esperimento scientifico: uno dei membri ha seguito l’intelligenza artificiale, un altro ha seguito l’autrice esordiente e il terzo ha letto ed editato i due racconti senza sapere quale fosse stato scritto dall’IA e quale da Valentina Federici. Questo è quello che scientificamente viene chiamato “esperimento cieco”.

L’intelligenza artificiale parte con un enorme bagaglio di parole, 9 miliardi per la precisione, mentre l’autrice esordiente parte con soltanto 3-4 milioni. Nonostante questo, il romanzo di Valentina risulta più interessante e vario, mentre quello scritto dall’IA risulta più ripetitivo. Tuttavia, l’IA ha scritto il finale più bello, sorprendendo il lettore. Questo ha portato Baccalario a riflettere sul fatto che l’IA non prova la soddisfazione di un autore nel sorprendere il lettore, mancando quella parte fondamentale del legame emotivo con il pubblico.

Valentina Federici è una giovane autrice di 36 anni, nata a Perugia e residente in Svizzera. Oltre alla scrittura, si occupa di privacy e data leak. Nel libro, che ha prodotto risultati inaspettati, viene fatto anche un appello sulle prospettive presenti e future del mondo letterario e culturale. Baccalario suggerisce l’idea di dotarsi di un “bollino di qualità” che identifichi se un’opera è stata scritta da una persona umana o dall’IA, in modo da garantire un’onestà intellettuale degli autori.

Baccalario spiega che hanno fatto leggere gli incipit dei due racconti all’IA, chiedendo quale fosse stato scritto dall’autrice. L’intelligenza artificiale ha indicato il testo prodotto dalla macchina, perché manca il senso del racconto e il ricordo emotivo. Scrive come noi, ma non ha il senso della narrazione come lo abbiamo noi umani.

Quando viene chiesto perché abbiano scelto un romance per questa sfida narrativa, Baccalario spiega che questo genere è quello che funziona di più al momento. C’è una grande voglia nei ragazzi di comprendere i sentimenti, che rappresentano una grande carenza per loro. Inoltre, si sta andando sempre più verso libri corposi e storie complesse, anche se scritte in modo semplice come se fossero per bambini più piccoli.

L’esperimento condotto da Baccalario e il confronto tra l’autrice esordiente e l’intelligenza artificiale hanno portato a riflettere sul ruolo dell’IA nel mondo della scrittura. Nonostante l’IA possa produrre testi interessanti, manca ancora quella componente emotiva e di connessione con il pubblico che solo gli autori umani possono offrire. L’IA potrebbe diventare un utile strumento per gli scrittori, ma è importante riconoscere come un’opera è stata realizzata, in modo da garantire un’onestà intellettuale agli autori e al pubblico.

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