“Mezzalama: Un omaggio appassionato a un amore senza tempo”

L’autrice Chiara Mezzalama ci regala un lungo racconto che si sviluppa durante i giorni della pandemia, intitolato “Le nostre perdute foreste”. Questo libro tocca le corde più profonde dell’anima, esplorando il tema dell’amore e dell’assenza, della comunicazione a distanza e dell’incontro personale.

La storia si concentra su Chiara Mezzalama e Olivier, l’uomo amato, che si trovano separati a causa del lockdown. Questa separazione spezza il cuore di entrambi, come testimoniano le parole dell’autrice: “quei giorni abbiano spezzato il cuore metaforicamente a molti, come è successo invece davvero a Olivier”.

Il romanzo affronta tematiche profonde legate ai sentimenti e alla sessualità, e narra la storia concreta e vera di una separazione dolorosa tra Chiara e il suo ex marito. Questi non ha accettato le scelte della moglie di trasferirsi a Parigi con i loro bambini per dedicarsi alla scrittura.

Attraverso le parole, Chiara Mezzalama riesce a dare vita al corpo congelato dal lutto, ricucendo le ferite dell’anima. Il libro si interroga sulla natura e sulla vita stessa, immergendosi nei ricordi che vibrano come il desiderio di un tempo passato.

Nel romanzo, si evidenzia anche un confronto tra la morte improvvisa di Olivier e quella naturale del padre di Chiara, che ha vissuto una vita lunga e piena. Questo confronto porta alla riflessione sulla mortalità e sul senso di appartenenza a qualcosa di più grande.

La dimensione salvifica del romanzo si sviluppa attraverso i luoghi in cui si svolgono gli eventi: Roma, Parigi, la Toscana e la casa di Villafalletto in Piemonte. Il rapporto con la natura diventa un elemento rigenerante per i personaggi, come testimonia la stanza foresta del primo incontro tra Chiara e Olivier.

La bellezza della natura si manifesta anche attraverso i fiori e le piante che circondano la protagonista, offrendole protezione e conforto. Tuttavia, l’autrice esprime anche il desiderio di sprofondare nella foresta e sparire, come se la natura potesse offrire una fuga dalla realtà dolorosa.

Il romanzo si sviluppa in modo intenso, toccando tematiche profonde come l’angoscia, la rabbia e il sentimento di ingiustizia. Tuttavia, con il passare del tempo, Chiara impara ad accettare la morte di Olivier come un dono dell’amore che hanno condiviso.

Il libro è anche un omaggio a Olivier, che aveva iniziato a scrivere prima della sua morte. L’amore e il dolore di Chiara si trasformano in parole scritte, trovando la loro forma prima in francese e poi in italiano. L’autrice non tollera che un’altra voce si insinui nel loro rapporto intimo con la morte.

Infine, “Le nostre perdute foreste” è una storia che offre ai lettori la possibilità di riflettere sul potere delle storie e sulla capacità dei morti di influenzare la vita di coloro che restano. Come scrive Chiara Mezzalama, citando Vinciane Despret: “i morti fanno di coloro che restano dei fabbricanti di storie”.

In conclusione, “Le nostre perdute foreste” di Chiara Mezzalama è un libro appassionante che esplora il tema dell’amore e dell’assenza durante i giorni della pandemia. Le parole dell’autrice toccano le corde più profonde dell’anima, offrendo ai lettori un’esperienza intensa e riflessiva.

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