La cura della salute è un diritto fondamentale per ogni individuo, ma purtroppo non sempre è accessibile a tutti. Secondo un rapporto della Fondazione Gimbe, quasi 2 milioni di persone in Italia trascurano la cura per motivi economici. La spesa sanitaria sostenuta direttamente dalle famiglie italiane nel 2022 si aggira intorno ai 37 miliardi di euro, con una media di 1.362 euro spesi da oltre 25,2 milioni di famiglie. Questo significa un aumento di oltre 64 euro rispetto all’anno precedente.

La situazione è ancora più preoccupante al Centro-Sud del paese, dove la spesa sanitaria arriva a 100 euro in più rispetto al resto del paese. Inoltre, 4,2 milioni di famiglie hanno dovuto limitare le spese per la salute, soprattutto nelle regioni meridionali. Ma il dato più allarmante è che più di 1,9 milioni di persone hanno rinunciato a prestazioni sanitarie a causa delle difficoltà economiche.

Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sottolinea tre considerazioni emerse dall’analisi dei dati. Innanzitutto, la spesa “out-of-pocket” sottostima le mancate tutele pubbliche a causa delle difficoltà finanziarie delle famiglie. In secondo luogo, questa situazione è più frequente nelle regioni del Mezzogiorno, dove l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza è insufficiente. Infine, il crescente numero di famiglie in povertà richiede politiche urgenti per contrastare la povertà stessa, non solo per garantire una vita dignitosa a tutti, ma anche per evitare disuguaglianze nell’accesso alle cure che potrebbero mettere a rischio la salute e la vita dei più poveri, soprattutto nel Mezzogiorno.

La situazione nel Mezzogiorno è già critica, e l’autonomia differenziata potrebbe peggiorarla ulteriormente. L’impatto sanitario, economico e sociale senza precedenti potrebbe portare a conseguenze gravi per la popolazione di queste regioni.

È necessario un intervento urgente da parte delle autorità competenti per garantire un accesso equo alle cure per tutti i cittadini. La salute non può essere un privilegio riservato solo a chi può permetterselo, ma deve essere un diritto universale. La lotta alla povertà e alle disuguaglianze sociali deve diventare una priorità per il nostro paese, altrimenti rischiamo di mettere a repentaglio la salute e la vita delle persone più vulnerabili.

Il rapporto della Fondazione Gimbe ci mette di fronte a una realtà allarmante, che richiede azioni concrete e immediate. Non possiamo permettere che la cura della salute diventi un lusso riservato solo a pochi privilegiati. È necessario un impegno comune da parte delle istituzioni, delle organizzazioni sanitarie e della società civile per garantire un sistema sanitario equo ed efficiente, in cui nessuno sia costretto a rinunciare alle cure per motivi economici.

Non possiamo più ignorare questa emergenza che colpisce milioni di persone in Italia. È tempo di agire e di fare della salute una priorità assoluta per tutti. Solo così potremo costruire un paese in cui nessuno sia lasciato indietro e in cui tutti possano ricevere le cure di cui hanno bisogno. La salute è un diritto universale, e dobbiamo combattere perché venga garantito a tutti, indipendentemente dalla loro situazione economica.

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