La pompa cardiaca artificiale più piccola al mondo potrebbe essere la soluzione migliore per i pazienti con infarto miocardico acuto complicato da shock cardiogeno. Questa condizione si verifica quando il cuore improvvisamente smette di pompare il sangue, mettendo a rischio la vita del paziente. Secondo uno studio danese chiamato DanGer Shock, pubblicato sul New England Journal of Medicine, l’utilizzo della pompa a flusso microassiale (Impella CP) ha dimostrato di essere efficace nel salvare la vita dei pazienti con questa complicazione.

Il presidente della Società Italiana di Cardiologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università Federico II di Napoli, Pasquale Perrone Filardi, spiega che lo shock cardiogeno è una condizione in cui il cuore non riesce a ricevere abbastanza sangue a causa della morte delle cellule muscolari coinvolte nella contrazione dell’organo. Questa condizione colpisce dal 5 al 10% dei pazienti con infarto miocardico acuto e più della metà di loro muore durante il ricovero.

Fino ad oggi, le ricerche precedenti non avevano evidenziato un beneficio significativo nell’utilizzo di un dispositivo di supporto meccanico con una pompa che prende il sangue ossigenato dal ventricolo e lo spinge nell’aorta. Tuttavia, lo studio danese ha coinvolto 355 pazienti e ha dimostrato che l’utilizzo della pompa a flusso microassiale ha ridotto la mortalità del 26% rispetto alla terapia standard.

Ciro Indolfi, professore ordinario di Cardiologia e past-president della Società Italiana di Cardiologia, afferma che questo è il primo studio dopo 25 anni a dimostrare che è possibile ridurre la mortalità del 26% nei pazienti con shock cardiogeno. Questa è una condizione estremamente grave che porta alla morte nel 50% dei casi.

La selezione accurata dei pazienti è stata un elemento chiave per ottenere questi risultati positivi. Lo studio ha dimostrato che l’utilizzo della pompa a flusso microassiale ha portato a una riduzione significativa della mortalità nel corso dei 180 giorni, mentre la mortalità è rimasta stabile dopo 30 giorni nei pazienti trattati con la micropompa.

Tuttavia, l’utilizzo di questo catetere può comportare complicanze alle arterie. Gli esperti ritengono che in futuro sarà necessario un controllo più attento dell’accesso vascolare per ridurre al minimo queste complicazioni.

In conclusione, l’utilizzo della pompa a flusso microassiale potrebbe rappresentare una speranza per i pazienti con infarto miocardico acuto complicato da shock cardiogeno. Questo dispositivo ha dimostrato di ridurre significativamente la mortalità e potrebbe essere un’opzione di trattamento migliore rispetto alla terapia standard. Tuttavia, ulteriori studi saranno necessari per confermare questi risultati e migliorare la gestione di questa grave complicazione dell’infarto.

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