L’Odio, il celebre film diretto da Mathieu Kassovitz, sta per tornare sul grande schermo dopo quasi 30 anni dalla sua uscita. Considerato un vero e proprio cult del cinema, il film ha vinto il premio per la migliore regia al festival di Cannes nel 1995, consacrando Kassovitz come un talento assoluto. Questa nuova versione restaurata in 4k, realizzata a partire dai negativi originali con la supervisione del direttore della fotografia Pierre Aïm e l’approvazione del regista, sarà distribuita da Minerva Pictures in collaborazione con Rarovideo Channel e CatPeople.

Ma non è solo la riproposizione di L’Odio a far parlare di sé Mathieu Kassovitz. Dopo 13 anni dalla sua ultima regia, il regista francese sta lavorando ad un nuovo progetto intitolato The Big War, che segna anche il suo debutto nella lingua inglese. Si tratta di un film ibrido che mescola live action e animazione, ispirato alla graphic novel francese La Bete Est Mort, scritta durante la Seconda guerra mondiale. Kassovitz ha dichiarato di lavorare a questo progetto da ben vent’anni e di essere entusiasta di poter finalmente realizzare il suo sogno.

L’idea di The Big War è di immaginare la Seconda guerra mondiale come se fosse stata messa in atto dagli animali. I nazisti sono rappresentati come lupi che inseguono i “parassiti”, ovvero i conigli che simboleggiano le vittime della guerra. Questo film segna il terzo lavoro di Kassovitz nella lingua inglese, dopo Gothika e Babylon AD. La sua ultima regia è stata il dramma d’azione francese Rebellion – Un atto di guerra del 2011.

Ma Kassovitz non si limita solo al cinema. Attualmente, è impegnato nel cast del dramma biblico di Terrence Malick intitolato The Way Of The Wind e sta lavorando su un progetto teatrale musicale basato su L’Odio. Sembra che Kassovitz non abbia intenzione di fermarsi e continui a sperimentare e ad esplorare nuovi orizzonti artistici.

L’Odio, che ha lasciato un segno indelebile nel pubblico italiano e che ha lanciato le carriere di Kassovitz e Vincent Cassel, racconta la storia di tre amici della banlieue parigina che, dopo gli scontri tra forze dell’ordine e civili, si trovano a meditare su come ottenere giustizia per un ragazzo del quartiere che è finito in fin di vita a causa della violenza della polizia. Il film ha saputo affrontare in modo crudo, potente e autentico le tematiche sociali e la complessità della banlieue, diventando una vera e propria icona del cinema.

È sorprendente come, a distanza di quasi 30 anni, la storia de L’Odio sia ancora attualità. Il modo in cui Kassovitz ha raccontato le strade della banlieue e la sua complessità sociale ha influenzato molti film successivi, come ad esempio I Miserabili di Ladj Ly. Inoltre, i murales con il volto di Vincent Cassel sono ancora presenti sui muri di Parigi, come dei tatuaggi che testimoniano l’importanza e l’impatto duraturo di questo film.

L’Odio ha sempre suscitato paragoni con altri film cult come Fa’ la cosa giusta e Scarface, ma al di là delle valutazioni critiche, è incredibile come il cinema, nelle sue migliori espressioni, abbia già preannunciato il futuro. Nel 1995, le tematiche affrontate nel film sembravano lontane e oggi ci ritroviamo a confrontarci con eventi come la morte di George Floyd e di Shemseddine, un ragazzo di 15 anni morto nei sobborghi di Parigi. Il messaggio di L’Odio sembra ancora più rilevante e urgente oggi.

Mathieu Kassovitz è un regista che ha lasciato un segno indelebile nel panorama cinematografico e che continua a sorprenderci con i suoi progetti innovativi. Siamo curiosi di vedere cosa ci riserverà il futuro e di assistere alla riproposizione restaurata di L’Odio, un film che ha segnato una generazione e che continua ad affascinare spettatori di tutte le età.

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