La precisione nella misurazione delle distanze delle galassie ha raggiunto nuovi livelli, aprendo la strada a importanti scoperte nello spazio. Un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) ha condotto uno studio rivoluzionario che ha permesso di misurare con estrema precisione le distanze che separano la Terra da 300 galassie situate nell’ammasso della Vergine, una delle zone con la maggior concentrazione di galassie nell’universo vicino.

Questo risultato è fondamentale per comprendere meglio le caratteristiche di queste galassie, come le dimensioni, la luminosità e la massa. Lo studio, che è stato accettato per la pubblicazione su The Astrophysical Journal, fa parte del Next Generation Virgo Cluster Survey, un programma di osservazioni dedicato all’ammasso della Vergine e realizzato con l’ausilio del Canada France Hawaii Telescope, situato alle Hawaii.

Michele Cantiello dell’Inaf dell’Abruzzo, che ha guidato lo studio, ha dichiarato: “Attraverso il nostro lavoro, siamo riusciti ad esplorare la struttura tridimensionale dell’ammasso con un livello di precisione mai raggiunto prima su un così ampio campione di galassie”. Grazie a questa ricerca, è stata evidenziata una struttura filamentosa che collega il nucleo principale dell’ammasso ad una struttura più distante, conosciuta come la nube W.

Per misurare queste distanze con tanta precisione, i ricercatori hanno utilizzato il metodo delle fluttuazioni di brillanza superficiale. Questa tecnica si basa sul fatto che il numero di stelle presenti in ogni punto della galassia varia da zona a zona, creando una fluttuazione nella luminosità complessiva. Grazie a questo metodo, è possibile misurare distanze fino a circa 600 milioni di anni luce. Tuttavia, con l’utilizzo del telescopio spaziale James Webb, sviluppato dalla NASA, dall’Agenzia Spaziale Europea e da quella Canadese, questa tecnica potrebbe arrivare ad oltre un miliardo di anni luce.

Attualmente, il metodo delle fluttuazioni di brillanza superficiale è utilizzato da una comunità di ricercatori molto esigua, ma l’interesse e la discussione su questo argomento stanno crescendo anche nella comunità italiana. Michele Cantiello sottolinea che la comunità mondiale coinvolta in questo tipo di ricerca può essere contata sulle dita di due mani, ma il numero di persone interessate sta aumentando.

La scoperta di queste nuove tecniche di misurazione delle distanze delle galassie è un passo avanti significativo nella nostra comprensione dell’universo. Grazie a queste informazioni più precise, i ricercatori saranno in grado di studiare in modo più dettagliato le caratteristiche delle galassie e approfondire la nostra conoscenza sulle strutture presenti nello spazio. Non vediamo l’ora di scoprire quali altre meraviglie ci riserveranno le ricerche future in questo campo affascinante.

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