Salman Rushdie: L’arte come risposta alla violenza
In un’America in cui “la censura da destra e da sinistra minaccia la libertà di espressione”, Salman Rushdie torna alla ribalta con il suo nuovo libro intitolato “Knife – Coltello”. Il libro, che sarà pubblicato domani anche in Italia con Mondadori, è dedicato all’aggressione subita dall’autore nell’estate del 2022. Durante una conferenza sul free speech a Chautauqua nello stato di New York, Rushdie fu preso a coltellate da un uomo radicalizzato di 24 anni, Hadi Matar, davanti agli occhi sbigottiti degli spettatori.
In un’intervista alla CBS che ha preceduto l’uscita del libro il 16 aprile, Rushdie ha dichiarato: “Rispondo alla violenza con l’arte”. Questa affermazione riflette la sua determinazione nel continuare a esprimere la sua voce nonostante gli attacchi subiti. “Knife” è un memoir intitolato “Meditazioni dopo un tentato assassinio” e sarà pubblicato contemporaneamente in Italia da Mondadori. La copertina del libro ricorda una tela di Lucio Fontana, con un taglio nel cartone che evoca l’affondo del coltello nella carne subito da Rushdie.
L’autore è stato colpito quindici volte in soli ventisette secondi, un attacco così rapido che Rushdie ha ironicamente commentato: “Quanto basta per leggere un sonetto di Shakespeare”. Nonostante le ferite subite, il suo primo pensiero quando vide l’aggressore fu: “Sei tu, dunque. Eccoti qui”. Dopo anni trascorsi a nascondersi a causa delle minacce di morte ricevute per il suo libro “I Versi Satanici”, Rushdie ha visto la morte avvicinarsi e ha descritto questa esperienza come qualcosa che sembrava provenire da un passato remoto, cercando di trascinarlo indietro nel tempo.
“Knife” narra non solo dell’aggressione subita da Rushdie e delle conseguenze fisiche che ha dovuto affrontare (ha perso la vista in un occhio e potrebbe perdere l’altro a causa della macula), ma anche della sua storia d’amore con la poetessa afro-americana Rachel Eliza Griffiths. Rushdie attribuisce il merito della sua guarigione al sostegno della moglie, con cui si è sposato un anno prima dell’attacco dopo un corteggiamento durato quattro anni.
Durante le interviste con il New York Times, il Corriere della Sera e il Daily Telegraph, Rushdie ha rivelato che voleva scrivere un libro che parlasse di amore e odio. Ha anche menzionato un ritorno alle precauzioni di sicurezza che aveva preso in passato e si è detto pronto a tornare nel Regno Unito se Donald Trump dovesse vincere le elezioni in novembre. Nel 2007, Rushdie è stato fatto cavaliere per i suoi contributi alla letteratura.
Il tema centrale del memoir di Rushdie è la libertà di espressione, una questione di grande rilevanza per l’autore che si è impegnato a difenderla per anni attraverso la sua leadership nel Pen Usa. Rushdie ha sottolineato che “appoggiare la censura per conto di gruppi vulnerabili è un terreno scivoloso” e può avere risultati opposti a quelli desiderati. Secondo l’autore, l’offesa è diventata parte dell’identità politica, ma esiste un modo semplice per evitare di essere offesi da un libro: basta chiuderlo.
Il nuovo libro di Salman Rushdie, “Knife – Coltello”, rappresenta la risposta dell’autore alla violenza subita e sottolinea l’importanza dell’arte come strumento per esprimere la propria voce. La sua storia di sopravvivenza e amore è un messaggio potente che invita a riflettere sulla libertà di espressione e sulla necessità di difenderla. Rushdie continua a essere una figura di spicco nel mondo letterario e la sua voce rimane forte nonostante gli ostacoli che ha dovuto affrontare.