Salman Rushdie, lo scrittore anglo-indiano famoso per il suo romanzo “I Versi Satanici” che gli è costato una condanna a morte da parte dell’ayatollah Khomeini nel 1989, torna alla ribalta con un nuovo libro intitolato “Knife – Coltello”. Questo memoir, che sarà pubblicato anche in Italia con Mondadori, racconta l’aggressione subita da Rushdie nell’estate del 2022 durante una conferenza sul free speech a Chautauqua, nello stato di New York.

Il libro, sottotitolato “Meditazioni dopo un tentato assassinio”, sarà pubblicato contemporaneamente anche in Italia. La copertina del libro ricorda una tela di Lucio Fontana, con un taglio nel cartone che rimanda all’attacco subito da Rushdie con un coltello. L’aggressore era Hadi Matar, un uomo di 24 anni del New Jersey che si era radicalizzato tramite YouTube e un viaggio in Libano. Dopo aver letto solo alcune pagine del libro “I Versi Satanici”, Matar ha tentato di assassinare Rushdie lasciandolo quasi dissanguato sul palcoscenico.

Rushdie ha subito quindici coltellate in soli 27 secondi, un attacco così rapido che Rushdie stesso ha paragonato alla lettura di un sonetto di Shakespeare. Nonostante il trauma subito, il primo pensiero di Rushdie è stato rivolto al suo aggressore: “Sei tu, dunque. Eccoti qui”. Dopo anni passati a vivere nascosto per paura per la sua vita, l’autore ha visto la morte avvicinarsi e ha descritto questa sensazione come qualcosa di remoto, che cercava di portarlo indietro nel tempo.

Il libro “Coltello” non si limita a raccontare l’aggressione e le sue conseguenze fisiche sulla vita di Rushdie (ha perso la vista di un occhio e potrebbe perdere anche l’altro a causa della macula), ma racconta anche una storia d’amore. Rushdie attribuisce la sua guarigione al sostegno della moglie, la poetessa afro-americana Rachel Eliza Griffiths, sposata un anno prima dell’attacco dopo un corteggiamento durato quattro anni.

Durante un’intervista alla CBS, Rushdie ha dichiarato di voler scrivere un libro che parlasse di amore e odio. Ha anche rivelato di essere tornato alle precauzioni che aveva preso in passato per proteggere la sua sicurezza. Inoltre, ha dichiarato di essere pronto a tornare nel Regno Unito, dove è stato fatto cavaliere nel 2007 per i suoi contributi alla letteratura, se Donald Trump dovesse vincere le elezioni.

Un tema centrale nel memoir di Rushdie è quello della libertà di espressione, una questione a cui lo scrittore si è dedicato da quando ha smesso di vivere nascosto. Rushdie ha svolto un ruolo importante nella leadership del Pen USA, organizzazione che si batte per la libertà di espressione. Secondo l’autore, “l’offesa è diventata parte dell’identità politica”, ma ha anche sottolineato che chiudere un libro è un modo semplice per evitare di sentirsi offesi.

Con “Knife – Coltello”, Salman Rushdie continua a sfidare la censura e ad utilizzare l’arte come risposta alla violenza. Il suo memoir, attraverso la storia personale di un attacco brutale e le sue conseguenze, invita i lettori a riflettere sulla libertà di espressione e sull’importanza di continuare a lottare per essa.

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