Scoperto il terremoto stellare più piccolo mai registrato
Un gruppo internazionale di astronomi ha annunciato di aver rilevato il terremoto stellare più piccolo mai registrato. Questo evento sismico ha coinvolto una nana arancione situata a 11,9 anni luce dalla Terra, causando oscillazioni sulla sua superficie con un’ampiezza di soli 2,6 centimetri al secondo. La scoperta è stata possibile grazie allo spettrografo Espresso, montato sul Very Large Telescope dell’Osservatorio europeo australe (Eso) in Cile.
I dati ottenuti da questa scoperta sono di grande importanza per comprendere la struttura e la composizione interna delle stelle. I terremoti stellari possono essere rilevati misurando le piccole variazioni della luce emessa da una stella. Le pulsazioni sulla superficie dell’astro influenzano le lunghezze d’onda della radiazione visibile, generando spostamenti verso il blu o verso il rosso a causa dell’effetto Doppler.
I ricercatori hanno registrato queste variazioni luminose nello spettro di Epsilon Indi, una nana arancione nella costellazione dell’Indiano. “Grazie alle capacità dello spettrografo Espresso, siamo riusciti a rilevare oscillazioni sulla superficie stellare con un’ampiezza di soli 2,6 centimetri al secondo”, afferma Enrico Corsaro dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Questa nuova scoperta rappresenta un miglioramento significativo nella misurazione delle oscillazioni stellari, consentendo di studiare le stelle fredde di tipo K con una precisione mai raggiunta prima. In precedenza, la stella più fredda in cui erano state misurate oscillazioni simili era Kepler-444, con una temperatura superiore a 4700 gradi Celsius.
I risultati di questa ricerca saranno fondamentali per risolvere un dibattito di lunga data tra teoria e osservazioni riguardo alla relazione tra massa e diametro delle nane arancioni. Queste stelle e i loro sistemi planetari sono diventati un obiettivo primario nella ricerca di mondi abitabili e di vita extraterrestre. L’astrosismologia potrebbe essere utilizzata per caratterizzare queste stelle e i loro pianeti abitabili, offrendo nuove prospettive nella ricerca di segni di vita su altri pianeti.
Inoltre, la determinazione precisa dell’età delle stelle fredde vicine attraverso l’astrosismologia potrebbe essere fondamentale per interpretare le firme della vita su esopianeti fotografati tramite imaging diretto.
Questa scoperta rappresenta un notevole passo avanti nella comprensione del nostro universo e apre nuove possibilità nella ricerca di mondi abitabili al di fuori del nostro sistema solare. La tecnologia e le capacità degli strumenti utilizzati dagli astronomi continuano a sorprenderci, permettendoci di esplorare e scoprire sempre di più il mondo affascinante delle stelle.