L’immunoterapia potrebbe rappresentare una speranza per i pazienti affetti da carcinoma del rene a cellule chiare ad alto rischio di recidiva. Secondo uno studio di fase III pubblicato sul New England Journal of Medicine, il farmaco immunoterapico pembrolizumab, utilizzato come terapia adiuvante dopo l’intervento chirurgico, aumenta le chance di sopravvivenza.

Il pembrolizumab fa parte della famiglia degli inibitori dei checkpoint immunitari ed è già utilizzato per il trattamento di diversi tumori. Tuttavia, solo dal 2021 è stato approvato come terapia adiuvante per il carcinoma del rene. Nonostante le evidenze dell’efficacia clinica del trattamento nel mantenere i pazienti liberi dalla malattia per un lungo periodo di tempo, non si disponeva ancora di dati solidi sull’effetto sulla sopravvivenza.

La nuova sperimentazione ha coinvolto quasi 500 pazienti trattati con pembrolizumab per circa 6 anni. I risultati hanno mostrato una riduzione del 38% del rischio di morte rispetto al gruppo di controllo che ha ricevuto un placebo. Questo significa che il trattamento non solo ritarda le recidive, ma aiuta anche i pazienti a vivere più a lungo.

Toni Choueiri, direttore del Lank Center for Genitourinary Oncology al Dana-Farber Cancer Institute di Boston, ha commentato i risultati dello studio affermando che ora si può comunicare ai pazienti che il pembrolizumab, utilizzato dopo l’intervento chirurgico, non solo ritarda le recidive, ma aumenta anche l’aspettativa di vita.

Questi risultati rappresentano un importante passo avanti nella lotta contro il carcinoma del rene a cellule chiare ad alto rischio di recidiva. L’immunoterapia si conferma sempre più una strategia efficace per il trattamento dei tumori, offrendo nuove speranze ai pazienti e ampliando le opzioni terapeutiche disponibili.

È importante sottolineare che il pembrolizumab potrebbe non essere adatto a tutti i pazienti e che è necessario valutare attentamente le caratteristiche individuali e lo stadio della malattia prima di decidere la terapia più adeguata. Tuttavia, i risultati di questo studio rappresentano un significativo progresso nella lotta contro il carcinoma del rene a cellule chiare ad alto rischio di recidiva e offrono nuove prospettive per i pazienti affetti da questa malattia.

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