90 anni di lotta contro malattie mortali: il percorso dell’Iss dalla malaria al colera fino alle pandemie

L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) festeggia oggi un importante traguardo: i 90 anni dalla sua fondazione. Questo ente di ricerca per la salute pubblica in Italia ha svolto un ruolo fondamentale nel contrastare numerose malattie mortali nel corso dei decenni. La sua storia affonda le radici nel 1934, quando nasce a Roma come Istituto di Sanità Pubblica, sotto la supervisione del Ministero dell’Interno.

In quel periodo, l’Italia si trovava ancora ad affrontare grandi sfide legate alla salute pubblica. Il Paese era caratterizzato da una percentuale elevata di analfabetismo, forti differenze regionali e di genere, e una speranza di vita media di poco più di 50 anni. La malaria era ancora una realtà devastante, mietendo migliaia di vittime ogni anno. Fu proprio la lotta contro questa malattia a dare impulso alla nascita e alla crescita dell’Iss.

Nel corso degli anni, l’Istituto ha sviluppato strategie sempre più efficaci per combattere gli insetti vettori responsabili della diffusione della malaria. Grazie all’utilizzo del DDT, un insetticida all’epoca considerato sicuro ma che successivamente si è rivelato dannoso per l’ambiente e la salute umana, i casi di malaria in Italia sono drasticamente diminuiti. Nel 1971, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato l’Italia libera dalla malattia.

Durante il periodo compreso tra il 1935 e il 1961, l’Istituto ha avuto il privilegio di avere come direttore Domenico Marotta, sotto la cui guida hanno lavorato ben quattro premi Nobel, tra cui Ernst Boris Chain e Daniel Bovet. Nel 1963, l’Istituto ha accolto la premio Nobel Rita Levi-Montalcini, che ha svolto un ruolo fondamentale nella ricerca sulle cellule nervose.

L’Iss è stato protagonista di importanti interventi anche in occasione di epidemie e disastri sanitari. Nel 1973, l’Istituto ha svolto un ruolo di primo piano nel contrastare l’epidemia di colera a Napoli. Tre anni dopo, nel 1976, i suoi esperti sono stati tra i primi ad intervenire nel disastro di Seveso, in cui è stata rilasciata una nube tossica di diossina. Nel 1980, dopo il terremoto dell’Irpinia, l’Iss ha elaborato un piano per affrontare le emergenze sanitarie e ha inviato i propri esperti sul campo.

Negli anni ’90 e 2000, l’Istituto si è dedicato alla ricerca per combattere l’AIDS, mentre nel periodo compreso tra il 2000 e il 2010 ha svolto un ruolo chiave nel contrastare la SARS, l’influenza aviaria e la malattia di Creutzfeldt-Jacob, comunemente nota come “mucca pazza”.

Infine, nel 2020, l’Istituto è stato in prima linea nel monitoraggio e nella gestione dell’infezione da SARS-CoV-2, il virus responsabile della pandemia di COVID-19. In collaborazione con le Regioni, l’Iss ha elaborato protocolli di contenimento dell’epidemia e ha svolto un ruolo cruciale nel fornire informazioni e indicazioni alle autorità e alla popolazione.

In conclusione, i 90 anni di storia dell’Istituto Superiore di Sanità rappresentano una testimonianza del suo impegno costante nella lotta contro malattie mortali. Dalla malaria al colera, passando per epidemie e pandemie, l’Iss ha dimostrato di essere un punto di riferimento fondamentale per la salute pubblica in Italia. Il suo lavoro di ricerca e prevenzione continua a salvare vite umane e a proteggere la salute di tutti i cittadini.

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