La comunità psichiatrica italiana è ancora in lutto per la tragica morte di Barbara Capovani, una psichiatra appassionata e dedicata che è stata uccisa da un paziente un anno fa. Questo terribile evento ha portato gli psichiatri di tutta Italia a unirsi in una giornata di lavoro speciale per ricordare Capovani e per dire “no” alla violenza contro i medici.
Secondo i dati dell’Inail, ogni anno in Italia si verificano oltre 2.000 casi di violenza nel settore sanitario. Negli ultimi tre anni, il numero di casi è aumentato del 14%. Nel 2023, sono stati contati circa 2.300 casi, di cui molti non sono stati nemmeno denunciati.
La violenza in ambito psichiatrico rappresenta il 34% di tutti i casi, con il 21% che si verifica nei pronto soccorso, secondo il sindacato medico Anaao-Assomed. Nonostante gli appelli e le manifestazioni, il problema della sicurezza nei dipartimenti e nei centri di salute mentale è rimasto irrisolto. Gli psichiatri chiedono che venga abolita la Circolare Lamorgese, che vieta l’intervento delle forze dell’ordine nei pronto soccorso e nei reparti psichiatrici.
Oltre a ciò, vi sono problemi di gestione del Pronto soccorso, dell’emergenza e delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), che vengono erroneamente scambiate per ospedali psichiatrici giudiziari. La presidente della Società italiana di psichiatria, Emi Bondi, afferma che il ruolo della psichiatria come gestore dell’aggressività sta portando i sanitari a occuparsi di tutta la devianza sociale, senza distinguere tra chi è veramente un malato psichico e chi è solo violento.
Inoltre, le risorse per la salute mentale sono rimaste invariate nonostante i cambiamenti nella società e l’aumento delle patologie psichiche. I servizi territoriali e ospedalieri per la salute mentale vengono chiusi e i posti letto nei reparti sono ridotti, causando una fuga di personale nel settore pubblico.
Di fronte a questa situazione disastrosa, 505 operatori della salute mentale hanno scritto una lettera-appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, denunciando la mancanza di medici e fondi nei servizi di psichiatria. Questi servizi sono di cruciale importanza per le persone più vulnerabili e bisognose della popolazione e non possono essere lasciati regredire.
Nonostante i progressi compiuti nel passato, come dimostrato dal centenario di Franco Basaglia, gli psichiatri italiani sono preoccupati per il futuro della psichiatria nel paese. La situazione attuale è lontana dall’essere ideale e gli operatori in prima linea non possono permettersi di rimanere in silenzio. Al momento, non hanno ricevuto alcuna risposta alle loro richieste di aiuto.
La morte di Barbara Capovani ha scosso la comunità psichiatrica italiana e ha evidenziato la necessità di affrontare il problema della violenza contro i medici. È fondamentale adottare misure concrete per garantire la sicurezza dei professionisti della salute mentale e per garantire che i servizi di psichiatria ricevano le risorse necessarie per fornire cure adeguate a coloro che ne hanno bisogno. Solo così si potrà evitare una regressione nel sistema di salute mentale italiano e proteggere le persone più vulnerabili della società.