Il Codacons, l’associazione italiana per la tutela dei consumatori, ha presentato un ricorso al Tar del Lazio per contestare l’efficacia degli apparecchi di filtraggio dell’acqua. Secondo il Codacons, negli ultimi anni si è verificata una crescente diffusione di dispositivi per il trattamento dell’acqua destinata al consumo umano, sia nelle case italiane che nei ristoranti.
Tuttavia, l’associazione sostiene che questi trattamenti non hanno lo scopo di rendere potabile un’acqua che non lo sia già, ma piuttosto di apportare modifiche alle caratteristiche organolettiche dell’acqua per utilizzi domestici. Il Ministero della Salute, con un decreto del 2012, ha stabilito delle disposizioni tecniche riguardanti questi apparecchi, con l’obiettivo di garantire che i trattamenti non compromettano la qualità dell’acqua e che i consumatori siano adeguatamente informati sugli effetti dei trattamenti.
Tuttavia, il Codacons ritiene che la normativa attuale metta solo l’onere della conformità del dispositivo sul produttore o distributore, senza prevedere controlli specifici da parte delle autorità sanitarie competenti. Questo sostituisce di fatto il controllo imparziale e di maggiori garanzie sulla qualità del prodotto destinato ai consumatori.
L’utilizzo di apparecchi per il trattamento dell’acqua può anche avere ripercussioni sulla salute. A seconda delle tecniche utilizzate, è possibile ridurre o eliminare minerali come il calcio e il magnesio, o aumentare il contenuto di sodio. Questo può essere particolarmente rischioso per persone con patologie come diabete o ipertensione.
Inoltre, il Codacons sostiene che la commercializzazione dell’acqua trattata deve essere supportata da informazioni complete sulla composizione dell’acqua, i trattamenti applicati e gli effetti. Ciò è importante per evitare che i consumatori siano fuorviati o confusi nella loro scelta e che considerino l’acqua trattata come simile o addirittura migliore o più salutare dell’acqua minerale. Il Codacons ha richiesto l’intervento dell’Antitrust per valutare la possibile ingannevolezza dei messaggi pubblicitari relativi a questi prodotti.
Alla luce di queste problematiche, il Codacons ha chiesto al Tar di annullare il decreto del Ministero della Salute del 2012, che non prevede controlli specifici sulle acque trattate e/o filtrate utilizzate in commercio da parte delle autorità sanitarie competenti.
Questa azione legale del Codacons solleva importanti questioni sulla sicurezza e l’efficacia degli apparecchi di filtraggio dell’acqua in Italia. È fondamentale che i consumatori siano adeguatamente informati sugli effetti dei trattamenti e che le autorità sanitarie competenti garantiscano la qualità dei prodotti destinati al consumo umano. Continueremo a seguire da vicino lo sviluppo di questa controversia e forniremo ulteriori aggiornamenti.