Il tumore delle vie biliari, una patologia rara ma in costante crescita, potrebbe avere finalmente una nuova opzione di trattamento che potrebbe migliorare la sopravvivenza a lungo termine dei pazienti. I risultati dello studio di Fase III TOPAZ-1 hanno dimostrato che il farmaco immunoterapico durvalumab, combinato con la chemioterapia, ha prodotto un beneficio clinicamente significativo nei pazienti con tumore delle vie biliari avanzato.

Questo studio rappresenta il più esteso follow-up di sopravvivenza mai riportato in uno studio globale randomizzato di Fase III in questo setting. I risultati sono stati presentati nel corso della Cholangiocarcinoma Foundation Conference 2024 a Salt Lake City negli Stati Uniti. I dati mostrano che dopo tre anni, il regime di durvalumab più chemioterapia ha ridotto il rischio di morte del 26% rispetto alla sola chemioterapia. Inoltre, il doppio dei pazienti trattati con durvalumab era ancora vivo rispetto ai pazienti trattati solo con chemioterapia (14,6% rispetto a 6,9%).

Secondo Carmine Pinto, Direttore dell’Oncologia Medica del Comprehensive Cancer Centre, AUSL-IRCCS di Reggio Emilia, il tumore delle vie biliari è una malattia difficile da diagnosticare in fase iniziale a causa della mancanza di sintomi specifici. Solo circa il 30% dei pazienti è candidato alla chirurgia e per quelli con malattia avanzata o metastasi, l’immunoterapia combinata con la chemioterapia potrebbe rappresentare una nuova possibilità terapeutica.

I risultati dello studio TOPAZ-1 offrono una speranza per i pazienti affetti da tumori delle vie biliari, che spesso hanno prognosi sfavorevoli. La combinazione di durvalumab con la chemioterapia potrebbe diventare uno standard di cura in prima linea per i pazienti con malattia avanzata. Dopo oltre dieci anni senza progressi significativi, questa nuova opzione di trattamento potrebbe migliorare significativamente la sopravvivenza dei pazienti affetti da questo tipo di tumore.

Paolo Leonardi, Presidente dell’Associazione Pazienti Italiani Colangiocarcinoma (APIC), accoglie con favore i risultati dello studio e afferma che questo rappresenta una speranza per i pazienti affetti da tumori delle vie biliari. Leonardi sottolinea l’importanza di diffondere la conoscenza della malattia per favorire una diagnosi precoce e invita i pazienti ad essere indirizzati precocemente a centri specializzati, dove un team multidisciplinare può fornire una presa in carico completa e definire il percorso diagnostico e terapeutico migliore.

Il tumore delle vie biliari è un gruppo di tumori gastrointestinali rari e aggressivi che si sviluppano nelle cellule delle vie biliari, della cistifellea o dell’ampolla di Vater. Ogni anno, circa 50.000 persone negli Stati Uniti, Europa e Giappone, e 210.000 a livello mondiale, ricevono una diagnosi di tumore delle vie biliari. Questo studio rappresenta un importante passo avanti nella ricerca di nuove cure per questa malattia e offre speranza ai pazienti affetti da tumori delle vie biliari.

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