L’omicidio di Saman Abbas, avvenuto nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021 a Novellara, ha sconvolto l’opinione pubblica per la sua brutalità e la sua natura tragica. La giovane di origini pakistane è stata uccisa dai suoi stessi genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, e dallo zio Danish Hasnain, mentre i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq sono stati assolti. La sentenza emessa dalla corte d’assise di Reggio Emilia ha condannato i genitori all’ergastolo e lo zio a 14 anni di reclusione.

Contrariamente a quanto sostenuto dalla Procura, i giudici hanno escluso che il motivo dell’omicidio fosse il rifiuto di un matrimonio combinato o forzato. Secondo quanto emerso dalle indagini, la decisione di uccidere Saman è stata presa la stessa sera dell’omicidio. La corte ha spiegato che i genitori hanno scoperto che la figlia stava ancora avendo una relazione con Ayud Saqib, il suo fidanzato, e che stava pianificando una nuova fuga. Questa scoperta ha portato a una discussione finale con Saman, durante la quale è stata presa la tragica decisione di porre fine alla sua vita.

I giudici hanno sottolineato che l’uccisione è stata motivata dal timore dei genitori di una possibile fuga della ragazza, un evento che disapprovavano fortemente. La corte ha evidenziato che i genitori hanno discusso tra loro su come affrontare la situazione e, dato che stavano per partire per il Pakistan la mattina successiva, non potevano aspettare oltre. Hanno quindi deciso di mettere Saman di fronte al fatto compiuto, accordandosi con lo zio Danish affinché intervenisse se la ragazza avesse ribadito la sua volontà di fuggire. Lo zio si è posizionato sulla strada fuori dall’abitazione e, pochi istanti dopo che i genitori hanno segnalato la loro uscita di casa, ha compiuto l’omicidio.

La sentenza ha anche spiegato perché sia stato negato un risarcimento ad Ali Haider, il fratello della vittima. Secondo la corte, ci sono numerosi elementi indiziari che coinvolgono Haider e lo rendono responsabile degli eventi che hanno portato all’uccisione di sua sorella. Le sue dichiarazioni sono state valutate in base alla loro affidabilità e attendibilità, considerando le contraddizioni e le rivelazioni progressive che ha fatto nel corso del tempo. La corte ha evidenziato la tensione interna di Haider tra la difesa dei suoi genitori e il desiderio di redimersi per le colpe commesse verso sua sorella.

La decisione della procura dei minorenni di Bologna di non iscrivere Haider nel registro degli indagati è stata basata su queste considerazioni. La sentenza ha quindi confermato che i principali responsabili dell’omicidio sono i genitori e lo zio di Saman.

L’omicidio di Saman Abbas ha suscitato un’enorme indignazione e ha portato all’attenzione il problema dei matrimoni forzati e delle violenze familiari. È necessario continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica su queste questioni, affinché si possano prevenire tragedie simili in futuro. La giustizia è stata fatta per Saman, ma dobbiamo impegnarci affinché nessun’altra giovane debba subire una fine così tragica.

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