Otto bambini malati e le loro famiglie sono arrivati a Trieste da Gaza in cerca di cure e speranza. Questi piccoli pazienti, che hanno un’età compresa tra i due e i 16 anni, sono stati curati inizialmente a Gaza e successivamente in Egitto. Purtroppo, alcuni di loro hanno subito l’amputazione di braccia o gambe, altri necessitano di un trapianto di midollo e altri ancora lottano contro patologie oncologiche non legate al conflitto in corso nella loro regione.

La loro storia è toccante e piena di sfide. Tra i bambini c’è anche una giovane donna incinta che si trova a Trieste per partorire, portando così il numero totale dei bambini a nove. Questi piccoli coraggiosi, una volta stabili, saranno accolti da religiose a Udine e continueranno a ricevere cure e controlli presso l’Ospedale Burlo Garofolo fino a quando non potranno trasferirsi a Budrio, in Emilia Romagna, dove saranno ospitati in un centro specializzato nella fornitura di protesi e riabilitazione.

Gli altri bambini verranno accolti da famiglie italiane che in passato hanno già sostenuto piccoli ucraini e le loro famiglie. Questa dimostrazione di solidarietà e generosità è un esempio di quanto sia importante l’aiutare coloro che si trovano in situazioni di difficoltà.

Il dottor Andolina, uno dei medici che ha seguito questi bambini, ha raccontato al quotidiano Piccolo che le trattative per portarli in Italia hanno richiesto un mese. Purtroppo, durante questo periodo di attesa, una famiglia si è tirata indietro perché non è stato concesso loro di far uscire il fratello maggiore del bambino a rischio di vita. La ragione dietro questa decisione era il timore che il ragazzo, avendo 17 anni, potesse diventare un combattente. Questo triste episodio dimostra ancora una volta quanto sia complicato e difficile il processo di ottenere cure mediche per i bambini provenienti da zone di conflitto.

Il dottor Andolina ha spiegato che uno dei bambini in particolare aveva già ricevuto un trapianto in Israele, ma senza successo. Ha sottolineato anche la differenza tra la comunità medica e la classe politica in Israele, affermando che i medici fanno tutto il possibile per aiutare i bambini malati, indipendentemente dalla situazione politica.

Questa storia ci ricorda l’importanza di fornire cure mediche a coloro che ne hanno bisogno, indipendentemente dal loro background o dalle circostanze politiche. È meraviglioso vedere come le famiglie italiane si siano aperte a questi bambini, offrendo loro un ambiente amorevole e un sostegno indispensabile nel loro percorso di guarigione.

Speriamo che questi bambini possano trovare sollievo dalle loro sofferenze e guarire completamente grazie alle cure ricevute in Italia. Questo esempio di solidarietà e umanità ci ricorda che, nonostante le divisioni e le difficoltà, c’è sempre spazio per l’amore e la compassione.

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