La malaria, una malattia tropicale trasmessa dalle zanzare, sembrava essere un problema del passato in Italia. Tuttavia, una recente scoperta nel Salento ha sollevato preoccupazioni sulla possibile ripresa della malattia nel paese. Una ricerca congiunta tra l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e Basilicata e l’Azienda Sanitaria Nazionale di Lecce ha identificato la presenza della zanzara Anopheles sacharovi lungo la costa salentina. Questa specie di zanzara è nota per essere un “vettore” della malaria, ovvero un insetto che può trasmettere la malattia alle persone.

La scoperta di questa zanzara non deve però destare allarmismo tra la popolazione. Le condizioni socio-economiche e igienico-sanitarie attuali in Italia sono molto diverse da quelle del passato, quando la malaria era endemica nel paese. Inoltre, il Ministero della Salute ha emesso una circolare che fornisce chiare indicazioni per la sorveglianza dei casi umani di malaria importata e gli interventi da mettere in atto in caso di presunti casi autoctoni. Quindi, non c’è motivo di temere un ritorno della malattia nel paese.

Nonostante ciò, la scoperta di Anopheles sacharovi è di grande rilevanza scientifica e sanitaria. Dopo le campagne di bonifica del secondo dopoguerra, questa zanzara era considerata scomparsa dal territorio italiano. Tuttavia, la sua presenza recente dimostra che la sorveglianza entomologica è di estrema importanza per prevenire il rischio di reintroduzione della malattia. È necessario monitorare costantemente la presenza di queste zanzare e adottare misure preventive per evitare la diffusione della malaria.

La ricerca sulla presenza di Anopheles sacharovi è stata avviata nella regione della Puglia e della Basilicata nel 2018, grazie al finanziamento del Ministero della Salute e, più recentemente, dei fondi del PNRR. Fino ad ora, erano state identificate solo altre specie di zanzare associate alla malaria, come Anopheles labranchiae e Anopheles superpictus, ma le loro densità non sembrano rappresentare un rischio epidemiologico significativo.

Il ritrovamento di un esemplare adulto di Anopheles sacharovi nel Leccese alla fine del 2022 ha dato il via a un’indagine entomologica mirata a confermarne la presenza e a individuare i focolai larvali. Le larve di questa specie sono state trovate in aree naturali e protette, con basso o nullo impatto antropico. Questo fa pensare che la zanzara sia stata presente anche in passato e stia gradualmente ripopolando l’area, favorita dalla minore pressione delle attività umane e dall’assenza di trattamenti pesticidi agricoli, oltre che dai fattori climatici favorevoli.

La scoperta di questa zanzara sottolinea ancora una volta l’importanza di mantenere alta l’attenzione sulla prevenzione delle malattie trasmesse dalle zanzare. Il monitoraggio entomologico è fondamentale per la sorveglianza dell'”anofelismo residuo” e per adottare tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione della malaria e di altre malattie come la dengue o la West Nile. Il Ministero della Salute ha già implementato un Piano di Sorveglianza Nazionale delle Arbovirosi per affrontare queste minacce e assicurare la salute e il benessere della popolazione italiana.

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