Mese: Aprile 2024

AGI – I borghi d’Italia sono sicuramente un tesoro culturale ed economico, visto anche un impatto di 5 miliardi di euro annui sul Pil nazionale, con circa 9 milioni di visitatori (32% stranieri) e 90mila addetti, ma al tempo stesso sono caratterizzati da un accentuato fenomeno di spopolamento, molto maggiore rispetto alla media dei Comuni italiani.

Un dato, questo, evidenziato anche oggi nello studio ‘L’impatto economico e occupazionale del turismo e la digitalizzazione nei Borghi più belli d’Italia’ presentato in un incontro all’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, in collaborazione con l’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, associazione che dal 2002 opera per valorizzare i piccoli centri abitati che esprimono un’eccellenza del nostro Paese e della sua bellezza.

 

In particolare, secondo le rilevazioni Istat i Comuni presenti nella lista dei “Borghi più belli d’Italia” presentano una popolazione media pari a circa la metà di quella dei Comuni italiani nel complesso. Nel periodo 2011-2021 si è infatti registrata una riduzione media della popolazione residente nei borghi pari al -4,2%, a fronte di una riduzione della popolazione residente a livello nazionale pari a 0,7% nello stesso periodo. La previsione è che tale fenomeno si accentuerà nel periodo 2020-2030, con una variazione del -4,4% di popolazione nei borghi a fronte di una riduzione media dei Comuni italiani del -2,8%. Così, si stima che nel 2030 la popolazione residente nei borghi considerati più belli d’Italia sarà di circa 1 milione 285mila persone contro 1 milione 344mila persone registrate nel 2020.

Un aiuto potrebbe venire dalla digitalizzazione e dallo smart-working, ritenute possibili leve di rilancio dei borghi. Dalle analisi condotte da Deloitte, emerge infatti che l’evoluzione storica della copertura della banda ultra-larga (BUL) nei borghi più belli d’Italia è in forte crescita negli ultimi anni, sia considerando i Comuni che le unità immobiliari (UI) coperte: ad oggi il 63,9% dei borghi gode di una copertura ‘Fiber to the Home’ (FTTH), ed è una percentuale molto rilevante, se si considera che solo nel 2019 questa arrivava appena al 2,2%. Solo con un tale sviluppo infrastrutturale, infatti, sarà possibile ridurre il gap di mercato e creare condizioni di sviluppo economico e sociale attrattive in loco per i lavoratori.

 

Un dato ritenuto molto incoraggiante è poi quello della crescita del numero di lavoratori che hanno cominciato a soggiornare nei borghi in modalità smart-working a seguito della pandemia Covid-19. Questo fenomeno sembra confermare un trend in atto. Infatti, secondo una ricerca di Inapp, il 41,5% dei lavoratori sarebbe disposto a trasferirsi in un luogo più isolato a contatto con la natura ed il 34,5% in un piccolo centro abitato. Si tratta di un fenomeno da osservare in parallelo al livello di digitalizzazione medio delle imprese, che nel 2022 ha registrato un significativo miglioramento. Secondo i dati Istat, le aziende con un livello “Alto” o “Molto alto” di digitalizzazione, misurato sulla base delle attività di natura digitale che le imprese sono in grado di coprire, hanno infatti raggiunto circa il 32% nel Nord-Ovest e il 29% nel Nord-Est. Invece, nel Centro e nel Mezzogiorno, la percentuale, sebbene sia in aumento, resta a un livello più basso (23%). 

 

 

AGI – E’ stata altissima la tensione oggi all’Università la Sapienza di Roma. Gli scontri tra studenti, circa 300, e forze dell’ordine è stato duro, come lo è il bilancio di una giornata di guerriglia: due arresti, diversi feriti, tra cui alcuni agenti di polizia, studenti contenuti e respinti con scudi e manganelli dalle forze dell’ordine.

Studenti che hanno manifestato al grido di “fuori la guerra dall’Università”, nel giorno in cui il Senato accademico discuteva della propria posizione di fronte alla guerra che sta infiammando il Medio Oriente dal 7 ottobre scorso (alla fine della giornata è stato sottoscritto un documento che sottolinea il dolore per l’escalation del conflitto, e ribadisce il no a qualunque forma di boicottaggio della collaborazione scientifica).

Il corteo è partito all’interno della città università ma si è spostato e ampliato presto fuori dall’ateneo romano, su viale Regina Elena. È lì che la manifestazione è diventata incandescente ed è stata bloccata dalle forze dell’ordine. È lì che sono cominciati gli scontri. Spinte, qualche manganellata, momenti di tensione altissima nel cuore della città. Uno dei partecipanti è saltato su un auto di servizio della polizia di stato, danneggiandola e per questo è stato arrestato.

I manifestanti, inoltre, hanno danneggiato anche due autovetture del personale di vigilanza interna dell’università al di fuori del Rettorato. Successivamente molti manifestanti hanno tentato di fare irruzione nel commissariato dell’università, senza riuscirci. In questa circostanza i manifestanti sono stati fronteggiati dagli agenti in servizio e un dirigente della polizia è stato aggredito da un manifestante che è stato arrestato. Altri manifestanti si sono diretti verso il commissariato di San Lorenzo dove era stato condotto uno degli arrestati. Alla fine gli arrestati sono due.

 

Sono un ragazzo di origini straniere di 29 anni e una ragazza italiana di 27 i due fermati dalla polizia per le tensioni nel corso della manifestazione pro-Palestina nel quartiere romano San Lorenzo. Ferito dalla 27enne il dirigente del commissariato. 

Il corteo ha preso di mira anche la rettrice Antonella Polimeni, che secondo i manifestanti si era rifiutata di prendere posizione sulla guerra in Medio Oriente. “La mia vicinanza alla Rettrice – ha commentato la ministra dell’università, Anna Maria Bernini. – Quello che sta accadendo all’Università La Sapienza è vergognoso. La protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione. La decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contesto internazionale. La ricerca non si boicotta”.

Durissime le condanne dei presidenti di Camera e Senato, Fontana e La Russa e di alcuni ministri. “Piena condanna per le violenze avvenute oggi da parte dei collettivi a Roma”, ha scritto su X la premier Giorgia Meloni. “Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un Commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere. La mia solidarietà al dirigente della Polizia aggredito, a tutte le Forze dell’ordine e ai docenti”.

 

“Ho sentito il Questore Belfiore per esprimere il mio ringraziamento alle forze di polizia e la mia vicinanza agli agenti feriti in seguito agli incresciosi episodi avvenuti questo pomeriggio presso l’Università Sapienza di Roma, sottolineando come l’operato delle forze dell’ordine abbia evitato che la manifestazione potesse degenerare con più gravi conseguenze”, ha dichiarato il Prefetto di Roma, Lamberto Giannini. “Manifestare le proprie idee è un diritto costituzionale che, contiene in sé, il concetto di confronto, che ripudia, per sua stessa natura, ogni forma di violenza a ciò finalizzata”, ha aggiunto il Prefetto.

Secondo Domenico Pianese, segretario del sindacato di Polizia Coisp, “le manifestazioni organizzate dai collettivi e dai centri sociali hanno il solo scopo di fomentare e alimentare gli scontri con le Forze dell’Ordine; questi personaggi che scendono in strada e si travestono da manifestanti, in realtà cercano solo un modo per provocare tensione e creare caos”. Di tutt’altro tenore un comunicato arrivato in serata nelle redazioni e firmato da alcuni rappresentanti degli studenti del Fronte della Gioventù Comunista: “Sono mesi che noi studenti ci mobilitiamo e che non riceviamo altra risposta se non la repressione da parte dell’ateneo. Oggi avevamo convocato uno sciopero per richiedere una presa di posizione da parte dell’ateneo contro il genocidio in palestina ed il recesso degli accordi militari stipulati da sapienza con aziende belliche e università israeliane. La risposta che abbiamo ricevuto è quella di una Rettrice che conosce soltanto il manganello come metodo di gestione del dialogo con gli studenti”.

La violenza non è mai accettabile, da nessun punto di vista e in nessuna forma – ha detto Giovanna Iannantuoni, Presidente della CRUI – “È ancora più irricevibile quando tenta di forzare una decisione assunta democraticamente da un organo di governo di una università. Gli atenei italiani sono e saranno sempre il luogo di confronto di idee e cultura. La rettrice Polimeni ha tutta la mia solidarietà”.

 

 

 

 

 

 

AGI – Un uomo di 83 anni è stato travolto e ucciso da un mezzo delle Ferrovie della Calabria nei pressi di Rovito, nell’hinterland cosentino. La vittima – secondo quanto è stato ricostruito – si trovava ai bordi della linea ferrata quando il treno è passato. Immediati i soccorsi.

Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco e i sanitari del 118.  La vittima, Pietro Miceli, di 83 anni – era originario di Cosenza.

AGI – Un terremoto di magnitudo 3.4 è avvenuto a Poggibonsi, in provincia di Siena, alle ore 19,49. Il sisma si è verificato ad una profondità di 8 km. E’ quanto è stato registrato dalla Sala Sismica INGV-Roma. Non si registrano danni a cose e persone. La scossa è stata avvertita anche a Firenze.

Non risultano al momento richieste di intervento specifiche né ai vigili del fuoco né ai carabinieri a seguito del terremoto di magnitudo 3,4 che ha avuto come epicentro un’area in piena campagna tra Poggibonsi e Castellina in Chianti. Ingv ha registrato scosse di entità minore sempre nello stesso epicentro: con magnitudo 1.4 pochi minuti alle 19.56, con 0.8 alle 20.01 e 2.2 alle 20.11.