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Mese: Aprile 2024
AGI –
Roma Capitale lancia “VIECCE! La vita nei quartieri di Roma”, la prima serie podcast dedicata alla vita nei quartieri della città.
Dall’11 aprile, due episodi settimanali – disponibili sulle principali piattaforme di streaming, tra cui Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts e Amazon Music, e sul sito di Roma Capitale – per un viaggio semiserio tra aneddoti, vicoli, piazze e locali, alla scoperta dei luoghi più amati attraverso la voce di chi a Roma vive, lavora e coltiva il suo talento.
Protagonisti cinque tra i quartieri della Capitale: Monte Sacro, Portuense, Garbatella, Tuscolano e San Giovanni, raccontati rispettivamente da Edoardo Ferrario, Francesco De Carlo, Marta Filippi, Stefano Rapone e Valerio Lundini. Cinque giovani talenti comici si muovono tra le vie dei quartieri in compagnia di Giorgio Maria Daviddi, romano DOC e voce del Trio Medusa, per raccontare, a modo loro, come vivono a Roma e come la città sia una fonte d’ispirazione per il loro lavoro.
Prima puntata giovedì 11 aprile con Edoardo Ferrario e il suo racconto di Monte Sacro tra memoria storica e innovazioni. Lunedì 15 aprile tocca a Francesco De Carlo guidare gli ascoltatori per Portuense, quartiere variopinto dalle diverse anime. Giovedì 18 aprile la voce di Marta Filippi accoglie l’ascoltatore nella sua Garbatella, dove la famiglia vive da generazioni. Quarta puntata lunedì 22 aprile con Stefano Rapone a spasso per le strade del Tuscolano, dove tutto è a portata di mano. Infine, venerdì 26 aprile chiude Valerio Lundini con una passeggiata per San Giovanni, tra ricordi del concertone e aneddoti vissuti.
VIECCE! è un progetto di Roma Capitale, prodotto da MNcomm e da Dopcast, nato per valorizzare la vita nei quartieri di Roma, la loro eterogeneità e il legame che unisce indissolubilmente romane e romani alle zone della città che vivono per nascita o adozione.
Si può ascoltare, con due nuovi episodi a settimana, cliccando sul multilink https://podcastita.lnk.to/VIECCE e sul sito di Roma Capitale www.comune.roma.it
AGI – Oltre otto italiani su 10 (83%) chiedono lo stop alle importazioni di prodotti agroalimentari che non rispettano le stesse regole di quelli italiani in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di tutela del lavoro. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixè diffusa al Brennero, con diecimila agricoltori, guidati dal presidente nazionale Ettore Prandini, che nei due giorni giungeranno alle frontiere per difendere la salute dei cittadini e il reddito delle aziende dall’invasione di cibo straniero che finisce spesso sulle tavole spacciato come italiano.
Per l’occasione è stata allestita la tavola del “fake in Italy”, l’italian sounding di casa nostra, con un vero e proprio menu dal primo al dolce fatto con lasagne alla bolognese, arrosticini abruzzesi, lenticchie umbre tutto di provenienza estera. Con l’avvio della raccolta di firme per una legge europea di iniziativa popolare sull’obbligo di etichettatura dell’origine di tutti i prodotti in commercio.
Coldiretti punta a smascherare il fenomeno degli alimenti importati e camuffati come italiani grazie a minime lavorazioni, rivedendo il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale. Ma la raccolta di firme, che potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e “sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly, punta anche a mettere finalmente in trasparenza – continua Coldiretti – tutti quei prodotti che sono ancora oggi anonimi e che rappresentano circa un quinto della spesa degli italiani e includono alimenti simbolo a partire dal pane. Su pagnotte e panini non vige, infatti, l’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato, come accade per la pasta. E lo stesso vale per tutti i derivati come biscotti, fette biscottate crackers e simili”.
“Del tutto anonimi anche i legumi in scatola, magari venduti in confezione con colori o segni che richiamano l’italianita’ – rileva Coldiretti – così come le confetture di frutta o di verdura trasformata, come marmellate e sottoli. Niente etichetta d’origine anche per ortaggi e frutta di IV Gamma e noci e pistacchi sgusciati, per i quali dovrebbe pero’ aprirsi uno spiraglio dal prossimo anno, ne’ per carne di coniglio e di cavallo. Restano inoltre completamente anonime le portate sui menu dei ristoranti”.
“Dobbiamo dire basta alla concorrenza sleale, fermare i cibi contraffatti che passano dalle frontiere e dai porti europei – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – La nostra mobilitazione, in continuità con il lavoro fatto a Bruxelles in questi mesi, prosegue a difesa del reddito degli agricoltori e a salvaguardia della salute dei cittadini”.
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