Mese: Aprile 2024

AGI –  Il sostituto procuratore di Bari, Savina Toscani, al termine delle indagini preliminari nel procedimento penale nei confronti dell’ex giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Nicola Pepe, ha fissato l’udienza di comparizione predibattimentale per il 14 aprile 2025. Pepe è accusato rivelazione di segreti di ufficio. Secondo l’ipotesi della Procura, dopo essere venuto a conoscenza dell’esistenza di un procedimento penale a carico di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia (per i reati di finanziamento illecito della campagna elettorale relative alle primarie del Pd del 2017 e di abuso di ufficio, per cui poi è stato assolto dal tribunale di Torino nel 2023 “per non aver commesso il fatto”) e della imminente esecuzione, da parte dell’autorità giudiziaria, di alcuni provvedimenti di acquisizione di documentazione, di perquisizione e sequestro nell’ambito dello stesso procedimento, si sarebbe recato negli uffici della presidenza della Regione e avrebbe riferito a Emiliano quanto da lui appreso. 

 

 Sempre secondo la Procura, Pepe avrebbe saputo di questi dettagli all’interno della redazione de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, in qualità di redattore della pagina internet della testata giornalistica. E avrebbe detto che “giovedì mattina si sarebbe ‘ballato’ in Regione”, in quanto il governatore sarebbe stato destinatario di una perquisizione domiciliare e negli Uffici di presidenza da parte della guardia di Finanza. Pepe avrebbe anche riferito, sostiene il pm, “che l’imputazione a fondamento della perquisizione non era più quella del finanziamento illecito ai partiti, ma il reato di abuso di ufficio, in quanto la finanza aveva di recente scoperto dell’esistenza di alcuni provvedimenti che la Regione Puglia aveva emesso” in favore di un imprenditore foggiano (poi assolto). In questo modo, per l’accusa, Pepe avrebbe posto in essere atti “idonei a eludere le indagini in corso, arrecando un grave nocumento all’attività investigativa – consistito in un ritardo nella esecuzione dei predetti provvedimenti e nella conoscenza da parte degli indagati dell’indagine a loro carico e dei provvedimenti da eseguirsi – che si verificava nonostante la denuncia sporta dal presidente Emiliano all’autorità giudiziaria, quello stesso giorno, per rivelazione dei segreti di ufficio”. Nell’udienza, che sarà celebrata dinanzi al giudice Valentina Tripaldi, risultano parti offese il Ministero della Giustizia e il giornalista Massimiliano Scagliarini. 

AGI – C’è anche Francesco Calogero Magnano, noto in passato alle cronache come ‘il geometra di Silvio Berlusconi’, tra le persone finite ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Monza su episodi di corruzione nel Comune di Usmate Velate. A Magnano viene contestato di aver contribuito a “occultare” un episodio di corruzione.

Francesco Calogero Magnano, l’ex geometra di Silvio Berlusconi, è accusato di corruzione e reati fiscali. Secondo la Procura, avrebbe dato un contributo importante ad alimentare il sistema di corruzione che ruotava attorno all’esperto funzionario comunale di Usmate Velate Antonio Colombo. Quest’ultimo avrebbe intascato tangenti per circa 243mila euro favorendo imprenditori edilizi attraverso la modifica delle destinazioni d’uso. Le tangenti sarebbero state pagate tramite le false fatture emesse da società riconducibili a Colombo.

La Guardia di Finanza ha sequestrato beni e denaro per oltre un milione di euro. Oltre al presunto ‘prezzo della corruzione’ di 243 mila euro è stato sequestrato il capitale sociale di sette società riconducibili agli indagati per un valore di 700milla euro. 

AGI – 
Restaurato e restituito alla collettività il casolare “Peppino Impastato” a Cinisi, nel Palermitano, dove il 9 maggio del 1978 l’attivista politico e giornalista venne assassinato dalla mafia. Stamattina la cerimonia di inaugurazione con il presidente della Regione, che ha annunciato l’affidamento in comodato d’uso gratuito del sito, simbolo della lotta alla criminalità, alle associazioni del territorio impegnate nella salvaguardia della memoria. 

Alla cerimonia erano presenti anche l’assessore regionale ai Beni culturali e la soprintendente di Palermo, il prefetto e il questore di Palermo, il commissario straordinario del Comune di Cinisi, il presidente della commissione regionale Antimafia, numerose autorità civili e militari, oltre ai familiari di Impastato e alle delegazioni dell’istituto comprensivo di Cinisi e del plesso di Terrasini del liceo statale di Partinico recentemente intitolato a Peppino e Felicia Impastato. Il presidente della Regione si è intrattenuto con gli studenti, affrontando il tema della legalità praticata nel quotidiano, e ha rivolto loro un invito a visitare Palazzo d’Orléans. 

Il progetto di recupero dell’immobile e del terreno circostante – espropriati ed entrati in possesso della Regione nel 2020 – è stato redatto dalla Soprintendenza dei beni culturali di Palermo. I lavori erano stati avviati nel gennaio 2023 e finanziati con risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2020-2024 per un importo pari a centocinquantamila euro. A eseguirli l’impresa palermitana Scancarello. 

 

 

Con questo intervento il governo siciliano ha voluto salvare dal degrado un luogo già dichiarato di interesse culturale, che ha una forte valenza evocativa, di testimonianza di civiltà e di lotta alla criminalità, rendendolo uno spazio aperto ai cittadini e tappa di quel “percorso della memoria” in ricordo delle vittime di mafia che tanti visitatori compiono nel nome della legalità. Nello specifico, i lavori hanno riguardato il consolidamento della muratura e del fondale con la realizzazione di un vespaio areato perimetrale oltre che degli intonaci esistenti. Si è proceduto alla pulitura e all’integrazione delle pavimentazioni esistenti con basole in pietra di Billiemi bocciardate, alla collocazione di infissi in legno, porte d’ingresso e vani finestra e alla realizzazione dell’impianto elettrico. Per quanto riguarda la revisione delle coperture, si è provveduto al rifacimento del massetto, all’impermeabilizzazione con malta e al ripristino del soffitto incannucciato a vista. 

 

All’interno della stalla, al posto della seduta in pietra sulla quale erano rimaste impresse tracce di sangue, si è scelto di realizzare un parallelepipedo in policarbonato trasparente. Sulla superficie di uno dei lati, una porzione è stata resa manualmente rugosa per fissare simbolicamente quelle macchie, con l’ intento di “cristallizzare l’assenza”.