Mese: Aprile 2024

AGI – Polemica sul sindaco di Solesino, comune di 7mila abitanti nella Bassa Padovana, ‘reo’ di aver esposto una bandiera dell’Inter con il tricolore e le due stelle sul municipio dopo la conquista dello scudetto. Il gesto è stato una risposta in stile Peppone e Don Camillo al sacerdote della frazione di Arteselle, don Marino Ruggero, che quando i bianconeri erano ancora in lotta per il titolo e aveva esposto la bandiera della sua Juventus fuori dalla canonica. Dopo la matematica certezza del tricolore, arrivata con il derby vinto lunedì scorso, il sindaco di centrodestra Elvy Bentani, rieletto nel 2023 e grande tifoso della Beneamata, ha incaricato gli operai del Comune di esporre una bandiera cucita per celebrare il ventesimo scudetto nerazzurro.

 

Il drappo gigante a scacchi gli era stato donato dall’Inter club di Solesino, come riferisce Il Gazzettino, e, anche se appeso sul lato opposto alle bandiere istituzionali, violerebbe la regola che vieta di esporre sugli edifici pubblici “vessilli privati o di parte”. L’opposizione, con la lista civica di centrosinistra Solesino Progresso, lista civica di centrosinistra, ha deciso di cavalcare quella che poteva essere derubricata a semplice goliardia sportiva. “Non so se siamo davanti a un vilipendio, ma sicuramente alla mancanza di rispetto di un luogo istituzionale qual è il municipio, del buon gusto e della decenza”, ha lamentato il consigliere comunale Andrea Garavello.

 

“La casa del Comune è la casa di tutti, ma per l’ennesima volta Bentani scambia la ‘cosa pubblica’ per ‘cosa propria'”, ha aggiunto. “Se questi sono gli unici argomenti rimasti alle minoranze per attaccarmi”, la replica del sindaco, “vuol dire che è gente arrivata alla frutta. E in ogni caso pure don Marino ha esposto una bandiera della Juve. Eppure anche la chiesa sarebbe la casa di tutti”. La giunta, comunque, non si è spaccata: “Tutti i componenti sono interisti, forse solo uno è milanista, ma non lo dichiara pubblicamente”, ha assicura Bentani. Lo juventino Don Marino, pero’, ha avvertito: “Se il sindaco non la leva, la faro’ ammainare io. Ora aspetto la Juve in finale di Coppa Italia. Se vince, suonerò le campane a festa”. E se perde “le suonerò a morto”, ha aggiunto. 

AGI – Una sequenza sismica ha fatto tremare la terra all’alba nella zona del Vesuvio: quattro le scosse di cui la più forte, di magnitudo 3,1 della scala Richter, è stata registrata dall’Ingv poco prima delle 6, con epicentro nel cratere del vulcano. Il terremoto e’ stato avvertito in tutta l’area dei comuni vesuviani, da Portici a Ercolano. Queste scosse non sono collegate con quelle degli ultimi giorni nei Campi Flegrei dove si è intensificato il fenomeno bradisismico con un terremoto di magnitudo 3,9 registrato sabato nel territorio di Bacoli. (AGI)Red

AGI – Papa Francesco è atterrato alle 7,55 nel piazzale interno della casa di reclusione dell’isola della Giudecca. Il Pontefice, seduto su una sedia a rotelle, ha quindi salutato i presenti. Successivamente Bergoglio sarà alla Biennale.

Il Papa è stato accolto dal Patriarca di Venezia, S.E. Mons. Francesco Moraglia, dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, dal Provveditore Rosella Santoro, dalla Direttrice della struttura, Mariagrazia Felicita Bregoli e dal Comandante della Polizia Penitenziaria, Lara Boco. Alle ore 8.15, nel Cortile interno della Casa di Reclusione, il Papa incontrerà le detenute. Presenti all’incontro il personale amministrativo, gli agenti della Polizia Penitenziaria e alcuni volontari.

“Il carcere è una realtà dura”

“Il carcere è una realtà dura, e problemi come il sovraffollamento, la carenza di strutture e di risorse, gli episodi di violenza, vi generano tanta sofferenza”, ha detto Papa Francesco incontrando le detenute. “Nessuno toglie la dignità a una persona, nessuno”, ha aggiunto, “è fondamentale che anche il sistema carcerario offra ai detenuti e alle detenute strumenti e spazi di crescita umana, spirituale, culturale e professionale, creando le premesse per un loro sano reinserimento. Non ‘isolare la dignità, ma dare nuove possibilità”.

“Ho desiderato incontrarvi all’inizio della mia visita a Venezia per dirvi che avete un posto speciale nel mio cuore”, ha aggiunto “Vorrei, percio’, che vivessimo questo momento non tanto come una ‘visita ufficiale’ del Papa, quanto come un incontro in cui, per grazia di Dio, ci doniamo a vicenda tempo, preghiera, vicinanza e affetto fraterno. Oggi tutti usciremo più ricchi da questo cortile, il più ricco sarò io, e il bene che ci scambieremo sara’ prezioso”.

 

Dopo aver lasciato il penitenziario femminile il Papa si è recato nell’attigua Chiesa della Maddalena dove si è incontrato con gli artisti che hanno dato vita al padiglione vaticano della Biennale: “Da qui – ha detto – vorrei mandare a tutti questo messaggio: il mondo ha bisogno di artisti. Lo dimostra la moltitudine di persone di ogni eta’ che frequentano luoghi ed eventi d’arte”. “Vi confesso che accanto a voi non mi sento un estraneo: mi sento a casa. E penso che in realtà questo valga per ogni essere umano, perché, a tutti gli effetti, l’arte riveste lo statuto di “città rifugio” una città che disobbedisce al regime di violenza e discriminazione per creare forme di appartenenza umana capaci di riconoscere, includere, proteggere, abbracciare tutti. Tutti, a cominciare dagli ultimi”, ha aggiunto.