L’asfalto brucia sotto il sole estivo, l’aria è densa di gas di scarico e le auto si muovono a passo d’uomo. Sembra un quadro familiare per chiunque abbia mai affrontato il traffico cittadino. Ma cosa sarebbe successo se avessimo detto che gli ingorghi stradali hanno più in comune con i batteri che cercano cibo? Sì, hai letto bene. Secondo uno studio condotto dal Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica francese, le similitudini tra il movimento delle auto nel traffico e i batteri in cerca di cibo sono sorprendentemente simili.

Gli scienziati hanno sviluppato un modello matematico che dimostra come i meccanismi che causano il traffico e gli assembramenti di batteri abbiano molte caratteristiche in comune. Ad esempio, entrambi sono influenzati dall’elevata densità di elementi, che siano automobili o microrganismi, e dalla scarsa reattività di alcuni guidatori o batteri.

Lo studio ha utilizzato simulazioni con diversi parametri per capire quali situazioni favoriscono il flusso regolare del traffico e quali, invece, portano agli ingorghi. I risultati hanno messo in luce diverse tipologie di congestione: da grandi e centralizzate a piccole e distribuite lungo il percorso. Questo modello unidimensionale, che si basa sulla possibilità di muoversi solo in una direzione come su una strada a senso unico, potrebbe semplificare la comprensione delle dinamiche del traffico nelle ore di punta.

Ma cosa rende il traffico così congestionato? In cima alla lista dei fattori contribuenti c’è l’eccessiva concentrazione di veicoli. Quando le automobili si trovano troppo vicine l’una all’altra, lo spazio per muoversi si riduce e aumenta la probabilità di interazioni che portano al rallentamento. Inoltre, le frequenti entrate e uscite dal flusso, come l’ingresso di veicoli dalle rampe di accesso o i tentativi di cambiare corsia, aumentano il rischio di ingorghi. Infine, il comportamento degli automobilisti è anche un fattore determinante. Se i guidatori non reagiscono prontamente alle variazioni di velocità dei veicoli che li precedono, possono creare un effetto a cascata che porta alla formazione di lunghe code.

Questo studio insolito ci fa riflettere sul fatto che il traffico non è solo una questione di infrastrutture stradali e volumi di traffico, ma è anche influenzato da dinamiche complesse simili a quelle dei batteri. Forse la prossima volta che ci troviamo bloccati nella coda del traffico, possiamo pensare a noi stessi come a microorganismi in cerca di cibo, intrappolati in una situazione che sembra non avere fine.

In definitiva, questo studio offre una nuova prospettiva sull’analisi del traffico e potrebbe aiutare gli urbanisti e gli ingegneri a sviluppare soluzioni più efficaci per ridurre gli ingorghi stradali. Forse un giorno saranno i batteri a fornirci le risposte che stiamo cercando per migliorare il nostro sistema di trasporto.

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