La morte di Paul Auster, uno dei più celebri scrittori contemporanei, ha suscitato un’ondata di emozioni contrastanti. Ma ciò che ha colpito maggiormente l’attenzione del pubblico è stata la reazione della moglie dell’autore, Siri Hustvedt, che ha espresso il suo disappunto per non essere stata lei stessa a dare la notizia della morte del marito.

In un messaggio pubblicato su Instagram, Hustvedt ha scritto: “Sono stata ingenua, ma avevo immaginato che sarei stata io ad annunciare la morte di mio marito”. Ha poi continuato a descrivere come lei e la sua famiglia fossero stati derubati della loro dignità da un’amica che ha rapidamente confermato la morte di Auster ai media.

L’amarezza di Hustvedt è comprensibile. Quando una persona cara muore, è importante avere il tempo e lo spazio per elaborare il lutto in modo privato. Hustvedt e la sua famiglia avevano pianificato di gestire l’annuncio della morte di Auster in modo delicato e rispettoso. Tuttavia, questa intimità è stata violata quando l’amica ha deciso di condividere la notizia con i media senza aspettare il consenso della famiglia.

Il fatto che sia stata proprio un’amica a fare ciò rende ancora più dolorosa la situazione. Hustvedt non fa nomi nel suo messaggio, ma è evidente che sia stata ferita dal tradimento di qualcuno a cui si fidava. Il suo messaggio non è solo una lamentela per non essere riuscita a contattare le persone care prima che la notizia si diffondesse, ma anche un modo per esprimere il suo disappunto per essere stata privata del diritto di annunciare la morte del marito.

È interessante notare che il New York Times sia stato il primo a riportare la notizia della morte di Auster. Il giornale ha citato l’amica di famiglia e giornalista americana Jacki Lyden come fonte. È possibile che Lyden abbia pensato di fare un favore alla famiglia annunciando la morte di Auster, ma senza rendersi conto che la sua azione avrebbe infranto i desideri dell’autrice stessa.

La vicenda solleva alcune domande sul ruolo dei media nella divulgazione delle notizie di morte. È giusto che i giornalisti abbiano la libertà di pubblicare tali notizie appena ne vengono a conoscenza? O dovrebbero rispettare la volontà della famiglia e attendere il loro consenso?

Non c’è una risposta univoca a queste domande. Ci sono argomenti validi da entrambe le parti. Da un lato, i media hanno il dovere di informare il pubblico su eventi importanti come la morte di una figura pubblica come Paul Auster. D’altra parte, è anche importante rispettare la privacy delle persone coinvolte e permettere loro di elaborare il lutto in modo privato.

In ogni caso, la vicenda della morte di Auster e la reazione di sua moglie hanno messo in luce l’importanza della comunicazione sensibile e rispettosa in momenti di grande dolore. Speriamo che questa situazione serva da lezione per tutti noi e ci spinga a riflettere su come trattare le notizie di morte in modo umano e compassionevole.

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