Sciopero dei Cobas scuola in risposta all’autonomia differenziata

Il mondo della scuola italiana è in fermento a causa dello sciopero indetto dai Cobas scuola e da altre organizzazioni sindacali di base. La ragione principale di questa protesta è l’opposizione all’autonomia differenziata, un progetto ritenuto distruttivo per la scuola e per molte altre strutture pubbliche.

Secondo Piero Bernocchi, portavoce nazionale della Confederazione Cobas, l’autonomia differenziata porterebbe alla frantumazione del sistema unitario di istruzione e sottoporrebbe l’organizzazione scolastica a scelte politiche ed economiche esterne ed estranee. Attualmente, tutte le materie sono di competenza esclusiva dello Stato o in parte divise tra Stato e Regioni, ma con l’autonomia differenziata passerebbero alle Regioni, creando così venti sistemi scolastici diversi. Questa situazione aumenterebbe la distanza tra Nord e Sud nel sistema scolastico, accentuando le diseguaglianze sociali e le differenze di diritti tra i cittadini delle diverse Regioni.

Secondo Bernocchi, questo progetto ha conseguenze altamente negative che devono essere bloccate. Lo sciopero del 9 maggio è stato indetto proprio perché in quella giornata si svolgeranno i quiz Invalsi nella scuola primaria. I Cobas scuola ritengono che questi quiz siano inutili e dannosi. Non hanno migliorato la qualità dell’insegnamento e hanno comportato una spesa di circa 30 milioni di euro l’anno. Inoltre, le prove Invalsi vengono preparate dagli studenti, sostituendo ore di buona didattica con allenamenti sui test presenti nei libri venduti dalle case editrici che traggono profitto da questa situazione. È inaccettabile anche l’intenzione del ministro Valditara di inserire i risultati di queste prove nel curriculum degli studenti.

Ma lo sciopero e le manifestazioni non riguardano solo l’autonomia differenziata e i quiz Invalsi. I Cobas scuola protestano anche contro il continuo taglio delle scuole, chiedendo una riduzione del numero di alunni per classe. Si oppongono alla divisione e gerarchizzazione dei docenti, con la creazione di figure come il tutor e gli orientatori che ricevono premi salariali, e chiedono aumenti salariali significativi per tutti i docenti e il personale ATA. Vogliono fermare aberrazioni come la riduzione a 4 anni degli istituti tecnici e professionali o il grottesco Liceo Made in Italy. Vogliono porre fine al precariato a vita e al mobbing da parte dei genitori contro i docenti. Vogliono anche contrastare lo strapotere dei dirigenti scolastici.

Inoltre, i Cobas scuola manifestano per esigere un aumento degli organici per il personale ATA, assunzioni stabili dopo due anni di precariato e diritto di assemblea. Sostengono le richieste della scuola primaria e dell’infanzia per la parità oraria e di retribuzione con gli altri ordini di scuola. Chiedono di estendere e potenziare la scuola in carcere e di garantire il rispetto delle differenze, contrastando il sessismo e le fobie di genere. Vogliono anche il pieno riconoscimento del lavoro dei docenti “inidonei” e l’aumento degli organici per il sostegno, in particolare la stabilizzazione dei docenti già specializzati o specializzandi per le attività di sostegno agli studenti con disabilità.

In sintesi, lo sciopero dei Cobas scuola è una risposta all’autonomia differenziata e a varie problematiche che affliggono il sistema scolastico italiano. I Cobas scuola esprimono la loro opposizione a scelte politiche ed economiche esterne ed estranee, che minacciano l’unità del sistema di istruzione. Inoltre, evidenziano le conseguenze negative dei quiz Invalsi e chiedono maggiori diritti e migliorie per tutte le categorie di lavoratori della scuola.

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