La scoperta di una rete neurale nel cervello umano che permette di individuare i suoni potrebbe rivoluzionare il modo in cui progettiamo dispositivi acustici e assistenti vocali. I ricercatori della Macquarie University in Australia hanno pubblicato uno studio sulla rivista Current Biology, in cui mostrano che questa rete neurale è più semplice e diffusa di quanto si pensasse in precedenza, e che è in grado di distinguere le parole dai rumori di fondo.

Fino ad oggi, gli apparecchi acustici sono stati progettati sulla base di una teoria vecchia di 75 anni, secondo la quale il cervello riesce a localizzare le sorgenti sonore basandosi sul ritardo temporale con cui i suoni raggiungono ciascun orecchio. Questa teoria si basa sull’idea che esista una rete neurale dedicata esclusivamente alla localizzazione dei suoni, con la posizione nello spazio rappresentata da un neurone specifico.

Tuttavia, i ricercatori australiani hanno dimostrato che il cervello utilizza in realtà una rete neurale più diffusa, con neuroni in entrambi gli emisferi che lavorano insieme per individuare le sorgenti sonore. Hanno impiegato 25 anni per dimostrare questa teoria in diverse specie animali e, attraverso test dell’udito e l’uso dell’imaging cerebrale avanzato, hanno potuto confermare che lo stesso vale anche per gli esseri umani.

Questa scoperta potrebbe avere importanti implicazioni nella progettazione di dispositivi acustici e assistenti vocali. Attualmente, molti di questi dispositivi faticano a distinguere il parlato dai rumori di fondo, soprattutto in ambienti rumorosi come i cocktail party. Tuttavia, grazie alla scoperta di questa rete neurale, potrebbe essere possibile migliorare l’efficienza di questi dispositivi.

Secondo gli studiosi, non è necessario ricorrere a complessi modelli linguistici per distinguere il parlato dai rumori di fondo. La rete neurale scoperta è in grado di svolgere questa funzione in modo efficiente anche con un approccio più semplice. Questo potrebbe portare a una nuova generazione di dispositivi acustici e assistenti vocali più efficaci, che saranno in grado di riconoscere e isolare la voce umana anche in ambienti rumorosi.

In conclusione, la scoperta di questa rete neurale nel cervello umano per individuare i suoni potrebbe rivoluzionare il modo in cui progettiamo dispositivi acustici e assistenti vocali. Questa rete neurale, più semplice e diffusa di quanto si pensasse in precedenza, è in grado di distinguere le parole dai rumori di fondo. Grazie a questa scoperta, potremmo assistere a una nuova generazione di dispositivi acustici e assistenti vocali più efficienti, che saranno in grado di riconoscere e isolare la voce umana anche in ambienti rumorosi.

Share.