Una storia di speranza e solidarietà arriva direttamente dal cuore di Genova, dove una piccola bimba palestinese di soli 13 mesi è stata sottoposta a un trapianto di cuore che le ha salvato la vita. La bambina, chiamata E.H., era stata operata alla nascita in Palestina, ma a causa del conflitto che infuria nella regione, era stata abbandonata nelle cure necessarie per la sua grave patologia cardiaca e l’idrocefalo ostruttivo.

Grazie all’intervento tempestivo dell’ospedale Gaslini di Genova e di una missione umanitaria internazionale, la piccola E.H. ha avuto la possibilità di vivere una vita normale. Il direttore sanitario dell’ospedale pediatrico, Raffaele Spiazzi, ha dichiarato che questa bambina ha vinto un biglietto alla lotteria della vita e che sarebbe sicuramente deceduta se non fosse arrivata a Genova.

Il trasferimento della bambina è stato possibile grazie ad uno sforzo congiunto e internazionale che ha coinvolto la Farnesina, il ministero della Salute e quello della Difesa. Il volo dell’Aeronautica Militare il 11 marzo e l’operazione del 3 aprile hanno permesso a E.H. di raggiungere Genova in condizioni disperate ma con la speranza di una vita migliore.

Il viaggio è stato estremamente complesso e rischioso, con la possibilità che la bimba potesse morire in volo. Tuttavia, il Gaslini e l’intero staff medico erano pronti ad affrontare ogni tipo di criticità. La bimba ha viaggiato insieme ad altre madri e bambini che rischiano la vita, persone per cui gli aerei rappresentano non una vacanza, ma orrore e morte. L’Italia ha dimostrato una grande solidarietà prendendosi cura di pazienti cronici che non hanno la possibilità di essere curati in loco.

Una volta arrivata all’ospedale Gaslini, alla piccola è stato ricostruito un cuore “nuovo di zecca” con una correzione radicale definitiva della sua cardiopatia. Il dottor Gianluca Piatelli ha guidato il trattamento neuroendoscopico per risolvere l’idrocefalo. La bimba, che era arrivata con le manine nere, ora sorride e tocca tutto curiosa e di nuovo viva.

La sua giovane mamma è rimasta accanto a lei durante tutto il percorso e rimarrà ancora per qualche settimana a Genova, poiché è impossibile tornare in Palestina. Roberto Formigari, a capo dell’équipe cardiologica del Gaslini, ha dichiarato che sono stati uno degli anelli di questa catena virtuosa.

La bambina ora ha un cuore a quattro camere e un’ottima funzione biventricolare, con saturazione al 100% e senza difetti residui. In totale, dall’inizio del conflitto, l’Istituto Gaslini ha seguito 34 bambini provenienti dalla regione di Gaza. Questi piccoli pazienti arrivano con ustioni, mutilazioni e lesioni midollari da schegge. Purtroppo, oltre il 40% della popolazione di Gaza è composta da bambini nella fascia di età 0-14 anni, che pagano il costo più alto del conflitto secondo le organizzazioni umanitarie.

L’intervento chirurgico è stato estremamente complesso e ha richiesto diverse procedure per ricostruire e unifocalizzare l’arteria polmonare, tunnelizzare il ventricolo sinistro all’aorta e ricostituire la continuità tra cuore e biforcazione polmonare utilizzando una valvola da donatore umano identificata a Barcellona. Il cardiochirurgo Guido Michielon, a capo dell’unità di Cardiochirurgia, ha spiegato che seguiranno ancora la bambina all’ospedale Gaslini e che Genova sarà la sua casa per ancora qualche tempo.

È incredibile vedere come il potere della medicina e la solidarietà umana possano fare la differenza nella vita di una bambina così giovane e bisognosa. Questa storia è un esempio di come l’unione di sforzi internazionali possa portare la speranza e la possibilità di una vita migliore a coloro che ne hanno più bisogno. Speriamo che storie come queste possano ispirare altre persone e istituzioni a prestare attenzione alle necessità dei bambini colpiti da conflitti e a fornire loro il sostegno medico necessario per guarire e vivere una vita felice e normale.

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