Il teatro greco di Siracusa è stato il palcoscenico di un vero e proprio spettacolo di sangue e emozioni, grazie alla lettura de “Aiace” di Sofocle da parte di Luca Micheletti. L’opera ha inaugurato la 39a stagione di spettacoli classici ed è stata applaudita dal pubblico presente.
La tragedia racconta la storia dell’eroe Aiace, che, infuriato per il fatto che le armi di Achille siano state consegnate ad Odisseo e non a lui, decide di vendicarsi. La sua follia lo porta a massacrare gli animali da guerra, invece di uccidere i greci traditori. Il risveglio di Aiace segna l’inizio della tragedia e la sua lenta presa di coscienza della sua azione, grazie all’aiuto della dea Atena. Capisce il suo fallimento e il disonore che lo porteranno a scegliere la morte come unica via per riparare ai suoi errori.
Lo spettacolo offre un grande impatto visivo, con movimenti scenografici studiati nei minimi dettagli. Non manca neanche l’emozione, specialmente quando Aiace cerca di salutare il suo piccolo figlio prima di suicidarsi. Inaspettatamente, entra in scena la figlia del regista, una bambina di soli 18 mesi, che interpreta il ruolo della madre in un gioco tra finzione e realtà.
Oltre al protagonista, il cast è composto da interpreti che si distinguono per la loro energia e dedizione. Roberto Latini nel ruolo di Atena, Daniele Salvo nel ruolo di Odisseo e Tommaso Cardarelli nel ruolo di Teucro sono tra le figure più notevoli dello spettacolo. Non vanno dimenticati Edoardo Siravo nel ruolo di Agamennone e Diana Manca nel ruolo di Tecmessa.
In conclusione, “Aiace” di Micheletti ha saputo conquistare il pubblico grazie alle sue intense emozioni e alla maestria nella creazione di un’atmosfera coinvolgente. Il teatro greco di Siracusa è stato trasformato in un palcoscenico di sangue e tragedia, dove gli spettatori hanno assistito a uno spettacolo indimenticabile. Non resta che aspettare gli altri spettacoli della stagione, come la “Fedra (Ippolito portatore di corona)” di Euripide e la commedia latina “Miles Gloriosus” di Plauto, per continuare ad essere rapiti dalle emozioni del teatro classico.